Volontariato
La Ue mette al bando gli strumenti di tortura o per la pena capitale
Una misura più che altro simbolica ma che, secondo la Commissione, serve a rigettare in modo inequivocabile la pena di morte e la tortura.
«L?obiettivo della Commissione», afferma Benita Ferrero Waldner, responsabile dell?esecutivo Ue per le relazioni esterne, « è incitare tutti i Paesi che ancora non l?hanno fatto ad abolire la pena capitale e a proibire la tortura. Vogliamo dimostrare che il rispetto dei diritti dell?uomo sta nel cuore della politica estera dell?Unione». Nei dettagli, il regolamento proibisce alle aziende Ue di produrre e commercializzare tutti quei prodotti che non hanno altra funzione pratica che servire alle esecuzioni e alla tortura, o che possano essere impiegati per «infliggere pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti». Vi è poi una serie di prodotti che le aziende europee potranno produrre ma sotto uno stretto controllo, quali le manette per caviglie, catene multiple o armi che infliggono shock elettrico: oggetti che possono avere un uso considerato legittimo, ma che molto spesso vengono utilizzati per offendere la dignità umana. Gli Stati che lo vorranno, però, potranno scegliere di abolire del tutto la produzione di questi strumenti. Il regolamento prevede anche la possibilità per la Commissione di aggiornare la lista di oggetti proibiti.
Un controllo più stretto viene previsto anche per l?esportazione di strumenti impiegati dalle squadre antisommossa. «Grazie all?adozione di queste misure», conclude la Ferrero Waldner, «i regimi repressivi non saranno più in grado di rifornirsi presso le aziende europee».
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