Cultura

La proposta di un’esperta: “Tante piccole dighe, è questa un’alternativa»

Teresa Isemburg, docente a Firenze: «Anche la Banca Mondiale si è ricreduta. I mega sbarramenti sono redditizi solo per chi li realizza»

di Emanuela Citterio

Sempre più voci si levano dal mondo accademico, in Italia e all?estero, contro la costruzione delle dighe di grandi dimensioni. Quelle, per intenderci, che superano i 30 metri e che hanno un forte impatto ambientale e sociale per i Paesi in cui vengono costruite. La dottoressa Teresa Isemburg, del Dipartimento di studi storici e geografici dell?Università di Firenze è anche membro del Comitato scientifico della campagna italiana per l?acqua, che ha lo scopo di ottenere il riconoscimento dell?acqua come bene comune dell?umanità lottando contro ogni privatizzazione e monopolio. Vita: Dottoressa, perché lei sostiene che le grandi dighe non andrebbero più costruite? Teresa Isemburg: Le grandi dighe hanno una durata breve e un fortissimo impatto ambientale e sociale. E sono davvero poco economiche. Il trasporto dell?energia idroelettrica prodotta da questi mega impianti prevede una rete di distribuzione molto costosa, una forte dispersione e un uso poco razionale dell?acqua. L?impatto sociale è uno degli aspetti più gravi. Il fondovalle generalmente è abitato e la costruzione di una mega diga prevede il dislocamento di intere popolazioni. Vita: Che tipo di sconvolgimenti ambientali crea una diga di grandi dimensioni? Isemburg: Modifica la portata dei fiumi e la qualità dell?acqua, che non è più la stessa una volta passata da una diga. Nel bacino si accumulano elementi inquinanti, che invece nelle acque di un fiume vengono più facilmente smaltiti. Le grandi dighe modificano il trasporto solido dei fiumi, provocando fenomeni di erosione, frane e smottamenti. Provocano uno sconvolgimento del clima che compromette l?ecosistema di intere regioni. Il peso delle acque raccolte in bacini di così vaste dimensioni favorisce l?attività sismica fino a causare i terremoti. Vita: È vero che queste grandi costruzioni hanno favorito le inondazioni, anziché impedirle? Isemburg: Le dighe dovrebbero controllare le inondazioni regolando la portata d?acqua dei fiumi durante le piene. Di fatto perché questo avvenga il fondo dei bacini creati dalle dighe dovrebbe essere costantemente ripulito, perché non si fermino detriti. Nella maggior parte dei casi il bacino delle grandi dighe è ingombro di detriti, il livello dell?acqua aumenta e con esso il pericolo di grandi inondazioni. Vita: E allora perché si continua a costruire grandi dighe? Isemburg: Nonostante sia ormai chiaro gli svantaggi siano di gran lunga superiore ai vantaggi, le megadighe danno prestigio ai governi. Ma le motivazioni vere sono altre. Dietro opere del genere si muovono molti interessi, tra cui quelli delle imprese costruttrici di dighe. Come l?italiana Impregilo, per esempio, e altri gruppi legati alla Fiat, che lavorano nel settore del cemento e dell?ingegneria civile. Poi c?è l?industria metalmeccanica produttrice di turbine, che nei Paesi in via di sviluppo vengono tutte importate dall?estero. Gli interessi di queste imprese e gli investimenti, inoltre, vengono sostenuti dalle agenzie di credito per l?esportazione (in Italia la Sace) e dalle banche private, che danno garanzie in caso di mancato pagamento da parte dei governi locali. I giganteschi prestiti fatti ai governi per la costruzione di grandi dighe (che alimentano la spirale del debito estero) sono a tutto vantaggio delle industrie occidentali. Vita: Come valuta l?atteggiamento della Banca mondiale, che per decenni è stata la principale finanziatrice di grandi dighe? Isemburg: La Banca Mondiale, anche in seguito alle forti critiche da parte della società civile e alla pressione dell?opinione pubblica, si sta ritirando da molti progetti, come quelli molto discussi della diga di Ilisu in Turchia e della diga delle Tre Gole in Cina. I finanziamenti ora passano o attraverso il mercato, con gruppi o banche privati, o tramite l?interessamento diretto dei governi con le camere di commercio o le agenzie di credito per l?esportazione. Vita: Ci sono alternative alle grandi dighe? Isemburg: Si possono trovare vie molto meno brutali per ricavare energia dall?acqua. Per esempio attraverso sistemi integrati di dighe, mettendo in successione dighe di piccole dimensioni, in modo che la stessa acqua venga utilizzata varie volte, in quantità minore ma ripetutamente, in modo da ottenere ugualmente buoni risultati. Anzi, la dispersione di energia e i costi per la distribuzione sarebbero molto minori. E poi è possibile utilizzare la risorsa idrica combinata con quella eolica o solare. Si dice sempre che l?eolico e il solare sono molto cari ma è stata applicata poca ricerca a queste forme di produzione di energia, e molta al nucleare e all?idroelettrico. Vita: Riguardo alla diga di Ilisu in Turchia si è parlato anche di corruzione… Isemburg: Be?, grandi business, grandi tangenti. Questa ormai è una lezione che sappiamo a memoria. È un altro dei motivi per cui è meglio fare… piccoli business.


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