Volontariato

Al capezzale della CNN

La concorrenza della Fox di Murdoch, ma anche la spregiudicatezza dei blog, stanno mettendo in discussione l’egemonia della tv di Atlanta

di Redazione

  &nbsp Se per decenni Atlanta è stata la patria indiscussa della celebre Coca Cola, oggi, lo si voglia o no, è impossibile disgiungere il nome di questa città dal Cnn Center. La brulicante area metropolitana del New South ha attraversato negli ultimi di due secoli non poche trasformazioni; una storia concentrata d?avvenimenti, primo tra tutti la distruzione subita durante la guerra civile che rase al suolo l?intero presidio urbano con la sola eccezione del santuario dell?Immacolata Concezione. Questo tempio mariano fu miracolosamente risparmiato dall?artiglieria del generale William Sherman.   &nbsp Successivamente Atlanta ha subìto altri sconvolgimenti di natura strutturale divenendo sempre più un polo di riferimento all?interno degli Stati Uniti. Tra le poche tracce dell?epopea ottocentesca rimangono sei isolati denominati Underground Atlanta. Si tratta di un centro commerciale multipiano riadattato che incorpora i vecchi edifici sepolti in seguito a vari e ripetuti rifacimenti del piano regolatore metropolitano. Per qualsiasi forestiero, l?impatto con questa città è surreale, a partire da Peach Street, il quartiere finanziario facilmente identificabile grazie ai suoi grattacieli. Una visione avveniristica che sfugge all?occhio nel suo prolungamento verso il quartiere di Five Points in cui si incrociano le due linee della metropolitana. È in questo contesto, a pochi isolati di distanza, che sorge il blocco del Cnn Center, un complesso fantascientifico nelle sue forme architettoniche: scale mobili, ascensori panoramici, vetrate, schermi elettronici e quant?altro. Nell?immaginario collettivo Atlanta evoca il vecchio Sud tradizionale, romantico e spensierato di Via col Vento, che viveva al ritmo della raccolta del cotone. Ma di fatto è diventata nei fatti sempre più una metropoli dedita al business dove la maggioranza della popolazione è d?origine africana, tutti discendenti degli ex schiavi. Atlanta è la città americana con la più significativa ?african-american middle class?: il 38,2% delle famiglie afro ha un reddito annuo superiore ai 35mila dollari. Ciò non toglie che sono ancora molti i mendicanti homeless costretti a vivere all?addiaccio pur di sbarcare il lunario.   &nbsp Nel bene e nel male questo è il contesto, carico di contraddizioni, in cui si è sviluppata la Cnn in tutte le sue molteplici componenti: dalla celebre Cnn International alla versione internettiana di Cnn.com. In tutto, 23 servizi multimediali che danno lavoro a 3.600 dipendenti dei quali 2mila ad Atlanta (di ben 52 nazionalità) e 1.600 sparsi nel resto degli Stati Uniti e del mondo; 36 gli uffici di corrispondenza di cui 26 all?estero.   &nbsp La concorrenza della Fox, sia sul piano internazionale che su quello interno, non sembra preoccupare più di tanto, almeno in apparenza, i dirigenti di Cnn che considerano il loro modo di fare giornalismo più globale rispetto alle esigenze del mercato off-shore. Non pochi delegati stranieri, presenti alla Conferenza del World Report (vedi articolo Quando lo scoop non fa più notizia, su questo stesso numero di Vita) hanno lamentato un eccesso di americanismo in riferimento alla recente crisi irachena, a scapito delle guerre dimenticate che insanguinano le periferie del mondo.   &nbsp A questo proposito la dirigenza di Cnn ha replicato sostenendo che la vera sfida, attraverso le nuove tecnologie, sarà quella di abbattere i costi di produzione, perfezionando la qualità del prodotto e rispondendo così alle esigenze di un?utenza variegata. Una risposta comprensibile a chi fa l?editore per mestiere, ma quantomeno enigmatica per chi sogna un?informazione davvero libera, scevra da ogni forma di condizionamento. Veleni in rete Quei blog a doppio taglio Nel dibattito, al quale hanno preso parte i delegati di World Report provenienti dalle principali stazioni televisive del globo, è anche emersa la convinzione che i fautori dei blog siano in gran parte esponenti reazionari della politica e della finanza mondiale. In sostanza si tratterebbe di personaggi che intendono screditare i giornalisti più coraggiosi, mettendoli in difficoltà di fronte all?opinione pubblica attraverso la micidiale trappola online. Ciò non toglie che un po? tutti avvertono l?esigenza di un?informazione più libera, scevra dai condizionamenti del palazzo e schierata dalla parte della società civile, intesa come espressione delle associazioni, dei movimenti e delle chiese impegnate nella difesa dei diritti umani. di Giulio Albanese, da Atlanta


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA