Non profit
Inizia il G8
Il Summit inizia: gli annunci e le speranze messe prova dei fatti. Dal nostro inviato Luca de Fraia
GLENEAGLE (Scozia) – La giornata inizia molto presto. Partiamo alle sette della mattina da Blackford, dove siamo ospitati insieme ai colleghi di AAI in un cottage nella campagna scozzese. Dobbiamo arrivare a Edimburgo, dove potremo raccogliere i passi necessari per entrare nella sala stampa ufficiale, e così seguire da vicino il Summit. Ci metteremo più di tre ore per percorrere in macchina sessanta miglia: le autostrade sono bloccate e la polizia è presente in modo visibile lungo le strade.
Ascoltiamo dalla BBC che ci sono scontri vicino Stirling, dove i manifestanti avrebbero creato un proprio accampamento; l’autostrada viene bloccata con delle barriere artigianali, ovvero dei tronchi legati insieme. Il ritorno verso Gleneagles sarà ancora più lungo, e alla fine saremo al media centre verso le sei del pomeriggio. Il team di AAI al summit include anche il MATATU, un pulmino africano partito da Jhonnesburg alla fine di marzo, che in questi giorni porterà i messaggi del continente africano direttamene ai leader dei Paesi più ricchi; il matatu parteciperà al concerto finale al Murrayfiled Stadium, il final push voluto da Bob Gedof.
Ci avviciniamo a Glenaegles, e nel piccolo Paese di Auchterander prende avvio una delle manifestazioni di questi giorni; vediamo i bus che hanno portato i protesters, e la polizia che cerca di gestire la situazione nella maniera migliore. Siamo accolti per qualche minuto da una famiglia che attraverso la televisione segue gli scontri, che in quel momento si svolgono intorno alle barriere di metallo che circondano l’area del Summit. Alla fine della serata, il leader del G8 Alternatives sarà intervistato dalla BBC, insieme al portavoce della polizia, per dire che gli incidenti hanno portato a due arresti (100 secondo i media del giorno dopo) e che la polizia ha fatto il possibile per far fallire la manifestazione, anche disseminare false informazioni sulla cancellazione della manifestazione. Il centro stampa è organizzato in modo semplice rispetto alle precedenti occasioni: un grande tendone, accanto al Gleneagles Hotel che ospita il Summit.
La stampa è organizzata per delegazioni nazionali, e, forse per la prima volta, c’è un’area dedicata alla società civile. Scambiamo qualche battuta con i giornalisti che riconosciamo: anche Bono, Geldof e Blair nella loro conferenza stampa avrebbero mantenuto un profilo di grande cautela sui risultati del Summit. Lo Sherpa G8, Min. Ragaglini, viene in sala stampa per un briefing sulla situazione. Purtroppo non ci sono novità, e sono confermate le difficoltà del nostro Paese sul fronte degli aiuti; l’Italia spinge per l’advance vaccine purchase, e sul training per le forze di peace keeping in Africa, da ospitare a Vicenza.
Forse la novità è una apertura verso l’idea di sottrarre dai conti di Maastricht la spesa per gli aiuti. Sui risultati del Summit, c’è un crescente pessimismo sulla possibilità che i G8 possano impegnarsi in modo credibile e duraturo. Il comunicato finale sull’Africa probabilmente includerà degli obiettivi quantitativi per maggiori risosrse, ma mancherà quel riferimento necessario ai meccanismi che sarebbero opportuni per mobilizzare le risorse utili nella lotta alla povertà. Anche le immagini del concerto del Murreyfield stadium -il final push di Geldof? sono accolte con un atteggiamento di attenzione alla sostanza, che poco concede alla parata di celebrities che appare in televisione.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.