Famiglia

Cooperazione non più beneficenza

Centrosinistra e Africa

di Paolo Manzo

Romano Prodi     Mi sono sempre battuto per aumentare gli aiuti internazionali e per procedere progressivamente verso il raggiungimento dell?obiettivo dello 0,7%. L?ho fatto ad ogni occasione. Ma, purtroppo, devo osservare che, in questo caso, le cose sono andate davvero male: a Rio nel 1992 i Paesi ricchi si impegnarono a raddoppiare gli aiuti allo sviluppo portandoli dallo 0,35% allo 0,7% del loro Pil. Invece, a dieci anni di distanza, abbiamo dovuto constatare con amarezza che gli aiuti sono diminuiti passando da 69 a 53 milioni di dollari in valore assoluto e dallo 0,35% allo 0,22 del Pil. Se, anche alla luce dei nuovi orientamenti delle Nazioni Unite, vogliamo davvero prevedere iniziative per garantire una nuova ?sicurezza umana?, bisogna sempre più contribuire alla costruzione e al rafforzamento delle istituzioni e alla realizzazione della ?buona governance? attraverso la cooperazione internazionale. Enrico Letta     Dobbiamo sostenere tutte quelle iniziative legislative che mirino a restituire centralità alla cooperazione internazionale nell?ambito della politica estera italiana. Superando anzitutto l?equivoco concettuale secondo il quale gli aiuti allo sviluppo sono una sorta di beneficenza su larga scala. E poi spingendo affinché a inspirare la riforma legislativa siano criteri di efficienza e trasparenza delle risorse ma soprattutto di selettività degli interventi. Venendo ai numeri, lo 0,7% del Pil è un obiettivo che l?Italia ha ufficialmente sottoscritto. Al 2015 mancano dieci anni e la road map fissata a Barcellona nel 2002 non può non essere una bussola per il centrosinistra. Walter Veltroni     Fa particolarmente male vedere l?Italia in coda alla classifica degli aiuti allo sviluppo, con un misero 0,15%. Siamo il fanalino di coda dell?Europa. è molto grave che si continui a ritenere la cooperazione allo sviluppo un elemento residuale, quasi un fastidio, quando si tratta di far quadrare i conti. È grave dal punto di vista etico, perché è un esercizio che viene fatto sulle spalle di centinaia di migliaia di esseri umani; ed è grave dal punto di vista del realismo politico, perché il mondo in queste condizioni non può reggere. ha collaborato Joshua Massarenti


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