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Brevetti: direttiva bocciata, ha vinto l’Europa
Vincono l'open source e le piccole e medie imprese. L'Unione europea ha scelto di non seguire l'esempio americano. Segnale forte del Parlamento a Commissione e Consiglio d'Europa
di Giulio Leben
Non sono bastate le prese di posizione delle multinazionali, l’intensa attività di lobbying che per mesi si è riversata sulle istituzioni europee. Il voto dell’Europarlamento sul testo fortemente voluto dal Consiglio UE è stata una bocciatura senza appello: 648 contro e solo 14 i favorevoli, con 18 astenuti.
In discussione la direttiva Com (2002) 92 sulla brevettibilità dei processi informatici, rigettata dal Parlamento europeo già nel settembre 2003.
Un voto che premia con un risultato straordinario una campagna di mobilitazione su questo fronte che, ispirata da FFII.org ha via via portato a prese di posizione di imprese, sviluppatori indipendenti, professori universitari ed intere facoltà accademiche e altri ancora: tutti insieme hanno dato un segnale forte, un contributo essenziale alla vittoria del “No”.
La direttiva è dunque definitivamente affossata. “La Commissione europea rispetta la decisione dell’Europarlamento e non farà più nessuna proposta sulla brevettabilità dei software”. Lo ha detto il portavoce di Charlie McCreevy, commissario Ue al mercato interno, commentando la bocciatura di Strasburgo della Direttiva sui brevetti per i software.
Le primi reazioni
Su tutti il commento del presidente dello stesso Europarlamento: ”L’Europa e’ ad un crocevia ma non paralizzata”, e la vitalita’ del Parlamento europeo che oggi ha votato ”no alla direttiva sul software, respingendo una posizione comune del Consiglio”, lo dimostra con tutta evidenza. Cosi’ il presidente Josep Borrell. ”Oggi c’e’ stata una votazione che dobbiamo qualificare – ha affermato Borrell – non dico come storica ma come una grande prima volta”. Non era mai successo infatti che il Parlamento respingesse una posizione comune del Consiglio ”in modo cosi’ schiacciante”. ”E’ la votazione piu’ unanime mai registrata -ha aggiunto Borrell- spero che la Commissione e il Consiglio ne prendano atto”. Il presidente dell’aula di Strasburgo ha fatto notare che ”l’esecutivo europeo propone ma non dispone”, e ora il commissario al Mercato interno dovra’ presentare una nuova proposta che trovi il sostegno del Parlamento.
Il ministro per l?Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, ha invece espresso ?rammarico? per la bocciatura della Direttiva sulla brevettabilità del software da parte del Parlamento europeo, ?in quanto l?Europa aveva ed ha bisogno di un quadro certo di norme su questo fronte?. Al tempo stesso il ministro ha però rilevato che ?è meglio nessuna direttiva piuttosto di una insoddisfacente?.
?In tutta questa lunga e complessa vicenda?, ha poi spiegato Stanca, ?il Governo italiano ha sostenuto in ogni sede la necessità di disporre di una direttiva che consentisse di superare le differenziazioni e la confusione esistenti fra i diversi Paesi su un argomento così importante. Il nostro Governo ha dato tutto il suo contributo per ottenere una buona norma. L?iter del provvedimento è stato molto travagliato e spesso caratterizzato da contrapposizioni ideologiche, anziché dalla volontà di risolvere il problema. Questa è la causa principale della bocciatura della direttiva che stava per essere messa in votazione. La vastissima maggioranza con cui si è manifestata questa decisione del Parlamento europeo va rispettata ed interpretata come una volontà di avviare il nuovo percorso in termini sperabilmente rapidi?, ha concluso il ministro per l?Innovazione e le Tecnologie.
“Hanno vinto la dignità del Parlamento Europeo e la partecipazione intensa delle nostre università, delle nostre imprese, dei nostri cittadini contro pochi grandi gruppi che volevano drogare il mercato e mercificare la conoscenza?. E’ stato invece il commento a caldo del senatore Fiorello Cortiana (Verdi), delegato italiano al WSIS dell?ONU e fra i politici italiani che si sono più spesi in materia. Tanto che domani si discuterà in Parlamento proprio la mozione n. 321 di cui Cortiana è primo firmatario e con cui ci si propone “a questo punto, di rilanciare un nuovo corso per le politiche dell’innovazione. Quello di oggi è infatti un risultato enorme” aggiunge Cortiana “frutto di un intenso lavoro per la liberta? e per costruire la società della condivisione della conoscenza, ma va capitalizzato con un aspetto propositivo che raccolga le opportunità imprenditoriali, sociali e civiche del digitale e della sua connessione in rete: dopo questa vitale vittoria, che da? fiato al nostro sistema delle imprese, dobbiamo avviare il processo che porta alla costruzione di una direttiva che valorizzi il software libero, le creative commons e la libera condivisione del sapere?.
Da Bruxelles, invece, rimane qualche perlessità, malgrado la vittoria schiacciante: “Si è arrivati a questo voto con posizioni diverse, ma c’è una collera collettiva e unanime per l’attitudine della Commissione e del Consiglio, che hanno mostrato totale disprezzo e sarcasmo nei confronti delle scelte fatte dal Parlamento europeo in prima lettura”, ha detto Michel Rocard, il deputato socialista francese relatore del progetto. E’ questa infatti la terza volta che il Parlamento europeo respinge in modo totale una direttiva del Consiglio e della Commissione.
Parallelamente, l’Unice non ha mezze mezze misure: “Incomprensibile” la decisione presa oggi dell’Europarlamento di bocciare la direttiva Ue sulla brevettabilità dei software”. ad affermalo lo stesso presidente dell’associazione degli industriali europei, il francese Philippe de Buck, che aggiunge “in un mondo digitale” la capacità di innovarsi in nuove tecnologie è la chiave per spingere l’economia europea e creare nuovi posti di lavoro, “in particolare per le piccole e medie imprese”.
Di tutt’altro avviso Nicola Zingaretti, capo della delegazione dei Ds al Parlamento europeo, ”E’ una vittoria – ha dichiarato – di chi, come hanno fatto i socialisti europei, sin dall’inizio ha denunciato l’insensatezza del testo di questa direttiva”. Dopo aver rilevato che ”si conclude cosi’, per ora”, una delicata vicenda ”che rischiava di introdurre un regime di brevetti asfittico per il mercato europeo, per le piccole e medie imprese e per la ricerca e l’innovazione in Europa”. E’ ”necessario – ha aggiunto – ed auspicabile lavorare ad una direttiva che regoli questa delicata disciplina e che armonizzi le rispettive legislazioni nazionali”.
Per Marco Rizzo, capodelegazione dei Comunisti italiani al Parlamento Europeo, il voto di oggi è la bocciatura di una “mostrusità del capitalismo globalizzato”. “Il sogno delle multinazionali e delle grandi aziende di detenere il monopolio del processo di sviluppo del software ha subito una brusca battuta di arresto”, afferma Rizzo in una nota diffusa a Strasburgo, osservando che “ha vinto il Parlamento europeo, perché, considerando che si tratta di una co-decisione in seconda lettura il no degli eurodeputati fa ripartire da zero tutta la procedura”.
Sulla stessa linea d’onda Vittorio Agnoletto (Sinistra unitaria – Gue): “Il rigetto della proposta della Commissione europea sulla brevettabilità del software rappresenta un’importante vittoria della democrazia e della libertà di informazione”, una vittoria “del ‘popolo dell’open source’ e allo stesso tempo una sconfitta clamorosa delle grandi multinazionali e delle loro immense operazioni di lobby”. Per Agnoletto, inoltre, “è una vittoria anche per le piccole e medie imprese, gli istituti di ricerca e ospedialieri che potranno mantenere bassi i costi” nonché “per tutti coloro che usano software alternativi”.
Ma il no di Bruxelles ha visto la convergenza di molti deputati pur appartenenti a gruppi politici diversi e non solo di sinsitra. Per il capodelegazione di Alleanza Nazionale al Parlamento europeo, Roberta Angelilli, in merito al voto si e’ infatti reso necessario ”scegliere il male minore”. ”Siamo contrari ai tentativi di monopolizzazione del patrimonio informatico, ma rimane comunque il rammarico per non aver approvato una direttiva capace di garantire una chiara linea di demarcazione tra il software in quanto tale che non deve essere brevettabile e le invenzioni tecniche innovative sulle quali e’ importante stimolare la brevettabilita”’ – osserva Angelilli in una nota. ”L’innovazione e la ricerca – sottolinea l’europarlamentare – devono essere un patrimonio condiviso e non un privilegio per pochi. Proprio per questo l’obiettivo futuro della Ue deve essere quello di una direttiva che rappresenti innanzitutto le esigenze delle Pmi, evitando un’eccessiva estensione dei diritti di privativa e quindi il proliferare del contenzioso sui brevetti come accade da 15 anni negli Stati Uniti”.
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