Economia
Recuperando le icone si recupera il sociale
Berat è una cittadina albanese che racchiude in sé un patrimonio artistico di grande valore. Il degrado e lincuria lavevano compromesso: un progetto lo sta salvando
Berat è una cittadina che dista 130 chilometri da Tirana andando verso sud. La sua particolarità è di avere nel centro una cittadella di origine romana sulla quale, in epoca medioevale, è sorta una zona fortificata, definita il Castello e che, rimasta intatta per secoli, si è abbellita di chiese, moschee, affreschi. Insomma, Berat potrebbe essere un centro di attrazione turistica di primo piano, con un tessuto urbano storico che racchiude tesori d?arte bizantina, come le icone, risalenti al XIV secolo (di particolare pregio le opere di Onufri e dei suoi discepoli apice dell?iconografia albanese del XVI secolo), e arte musulmana. La classica iconografia albanese ha anche trovato posto nel museo di Onufri all?interno della Cittadella del Castello nell?ex cattedrale. Un tesoro d?arte abbandonato a se stesso.
Lo stato di degrado del patrimonio artistico è il punto di partenza di un progetto molto particolare, che ha segnato l?avvio del recupero non solo delle opere, ma anche della società che di quest?arte è portatrice. «Siamo partiti da un patrimonio artistico molto degradato, rispetto al recupero del quale ci siamo posti una domanda: e dopo che cosa ne facciamo?» A raccontare l?incipit del progetto di Arcs (Arci cultura e sviluppo) – Arci Milano è Luigi Lusenti, responsabile per l?Italia di un?iniziativa, che ha visto pure il coinvolgimento di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo come finanziatori, oltre che della collaborazione di enti, ministeri e consolati di Italia e Albania, e che proseguirà anche nei prossimi anni.
«Durante il primo anno del progetto (che ha seguito il primo intervento di restauro e catalogazione del patrimonio fatto da esperti italiani) abbiamo puntato al recupero delle opere artistiche realizzando pure dei corsi per giovani che volevano diventare dei restauratori. A questi hanno aderito una ventina di ragazzi albanesi che studiano per lo più all?università di Tirana», spiega Lusenti. «Nel corso del secondo, poi, abbiamo cercato di capire come l?azione che stavamo compiendo potesse esser utile agli abitanti. Abbiamo pensato di sviluppare parte del progetto nel settore turistico». Nascono così i primi restauri delle antiche case tradizionali, la proposta di bed & breakfast e la formazione con corsi anche di italiano e inglese. «L?obiettivo è aiutarli a riunirsi in associazione puntando sul turismo consapevole. A luglio si potrà mettere in moto qualcosa», annuncia Lusenti che ricorda come il turismo interno e kosovaro sia già oggi presente. Si stanno mettendo le basi per la realizzazione di una rete, si costruirà pure un sito e un?associazione così da essere pronti per il 2006. «Inizieremo a fare dei viaggi di turismo consapevole. Berat del resto è tra le mete più interessanti di un?Europa poco conosciuta e fuori dai soliti circuiti».
«Per l?Albania, cinque anni è come se fossero trenta», osserva ancora Luigi Lusenti tornando all?origine del progetto che dopo un lustro dal suo incipit inizia a raccogliere i primi frutti e che comunque vuole continuare. Tra i segni di continuità anche il coinvolgimento per parte italiana di realtà che vanno dall?Istituto centrale del restauro, alle università di Pisa, Sassari e al Politecnico di Milano, mentre da parte albanese ci sono il ministero della Cultura (che ne ha fatto l?iniziativa più significativa presentandola come esperienza esemplare di cooperazione culturale), dirigenti e strutture nazionali e locali dei beni culturali in Albania oltre che il Forum delle donne albanesi, che è stato fin dal 1999 la controparte locale dei progetti di Arcs – Arci Milano.
Arci Milano
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tel. 02 541781
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Tra i progetti attivi: Libano, Serbia, Bosnia, Albania.
Responsabile Ufficio Internazionale Milano: Luigi Lusenti
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