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Neonata abbandonata, Anfaa: “Divulgate il diritto alla segretezza del parto”

Dopo il caso della piccola salvata dalla polizia a Cerignola, l'Associazione Famiglie Adottive e Affidatarie ricorda che attraverso la legge e l'assistenza alle madri si possono evitare drammatici a

di Benedetta Verrini

I mezzi di informazione hanno riferito, il 27 giugno, di una neonata abbandonata in una strada alla periferia di Cerignola. La piccola è stata salvata dalla polizia, intervenuta sul posto grazie a una telefonata anonima. Condotta nell´ospedale cittadino, dove i medici l´hanno trovata in buone condizioni di salute (pesa due chilogrammi e mezzo), è stato dato il nome di Fortunata Maria Diletta. Ora sono state avviate ricerche per accertare chi abbia responsabilità nell´abbandono della piccola. “Tutti noi siamo giustamente indignati e preoccupati per questi fatti”, commenta in un comunicato Donata Micucci, presidente dell’associazione Famiglie Adottive e Affidatarie-Anfaa. “Dobbiamo ora però anche chiederci: quelle partorienti disperate potevano essere aiutate? Sapevano di poter mettere al mondo il loro nato in assoluto segreto?Su quali sostegni dopo il parto avrebbero potuto contare?”. “Vogliamo ricordare che le donne che non intendono riconoscere il proprio nato hanno diritto di partorire in assoluta segretezza negli Ospedali e nelle altre strutture sanitarie e di essere, quindi, seguite dal punto di vista medico-infermieristico come tutte le altre partorienti assicurando, anche al neonato, le cure di cui necessita. In questi casi l?atto di nascita del neonato è redatto con la dizione ?nato da donna che non consente di essere nominata? e l?Ufficiale di Stato Civile, dopo aver attribuito al neonato un nome ed un cognome, procede entro 10 giorni dalla formazione dell?atto alla segnalazione al Tribunale per i Minorenni per la dichiarazione di adottabilità ai sensi della Legge 4 maggio 1983, n. 184 e successive modifiche. Così, a pochi giorni dalla nascita, il piccolo viene inserito in una famiglia adottiva scelta dal Tribunale fra quelle che hanno presentato domanda di adozione al Tribunale stesso. Va segnalato che nel 2002 – secondo i dati forniti dall’Istat – su 929 minori dichiarati in stato di adottabilità ben 378 erano i non riconosciuti. Inoltre, dal 1927, le Province sono obbligate ad assistere a livello sociale le gestanti in difficoltà, assicurando i necessari interventi prima, durante e dopo il parto. Occorre un lavoro svolto da personale preparato (psicologi, assistenti sociali, educatori, ecc.) che aiuti la gestante a decidere responsabilmente se riconoscere o meno il proprio nato e poi la sostenga fino a quando è in grado di provvedere autonomamente a se stessa e, se ha riconosciuto il bambino, al proprio figlio. Spesso l?intervento assistenziale di supporto è necessario anche per le gestanti e madri coniugate con situazioni personali e familiari difficili. Se questi servizi fossero conosciuti, verrebbe certamente ridotto il numero dei bambini abbandonati o uccisi alla nascita”.


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