La cooperazione sociale può offrire a soggetti svantaggiati ed in particolare a lavoratori disabili una opportunità di inserimento lavorativo per il tramite di nuove tipologie di convenzione. Queste nuove possibilità, recentemente aggiunte al sistema del collocamento obbligatorio, sono state oggetto di discussione in occasione di un seminario che si è tenuto presso l’Università di Roma La Sapienza. Giuristi, economisti e rappresentanti di parti sociali ed istituzioni quali Confindustria, Cgil e Isfol hanno dibattuto del profilo e dell’impatto dell’art.14 del decreto legislativo 276/2003 che, in attuazione della riforma del mercato del lavoro (cd. Biagi), ha assegnato alle cooperative sociali spazi ulteriori per favorire l’inserimento delle persone difficilmente collocabili, come i disabili psichici. La norma intende colmare una lacuna presente nell’attuazione dell’art.12 della legge 68 del 1999 che disciplina l’integrazione lavorativa dei disabili e che è rimasta lettera morta. Sul nuovo dispositivo, che per molti commentatori va finalizzato esclusivamente a soggetti altrimenti non inseribili, convergono caute aspettative e qualche preoccupazione. Carlo Borzaga ha ricordato a proposito della cooperazione sociale il ruolo fondamentale da tempo assolto nel sostenere l’occupabilità di fasce deboli, che difficilmente troverebbero sostegni utili per l’accompagnamento nel mercato del lavoro. I dati Isfol presentati da Antonello Scialdone evidenziano che, a fronte di circa 450mila disabili iscritti alle liste di collocamento, sono 25mila gli avviamenti effettuati ogni anno dai servizi per l’impiego: ma va ricordato che presso i datori obbligati all’assunzione sono state rilevate 85mila posizioni ‘scoperte’, tuttora non saturate. Ha fatto eco a questa affermazione Nina Daita precisando che per il sindacato anche l’art.14 del decreto 276 può essere sperimentato a patto di non diventare per le imprese profit un alibi per esternalizzare completamente attraverso le cooperative le responsabilità legate all’integrazione dei soggetti più svantaggiati. Dall’altro lato Aurora Riccardi ha detto che per Confindustria bisogna usare al meglio lo strumento delle convezioni messo a disposizione dalla legge, che, se ben usato, può essere il cavallo di Troia per superare buona parte delle difficoltà finora incontrate nel processo di ingresso nel mondo del lavoro delle persone con disabilità. Il solco è stato tracciato: ora si tratta di costruire la strada.
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