Volontariato

BCC: 9,5 mln da un pool di banche venete per i servizi idrici

Le quattro Bcc con la collaborazione di Iccrea Banca si sono aggiudicate una gara indetta dalla Società Polesine Servizi

di Francesco Agresti

Quattro Banche di Credito Cooperativo del Veneto, assistite dall?Istituto Centrale del Credito Cooperativo Iccrea Banca si sono aggiudicate il bando di gara indetto dalla Società Polesine Servizi – gestore unico del servizio idrico integrato dell’ambito Territoriale Ottimale Polesine – per assicurare gli investimenti previsti dal piano d’Ambito relativi al biennio 2003-2004.

L’operazione, in particolare, vede coinvolte BCC del Polesine, BCC di Cartura, BCC Basso Veronese, BCC Piove di Sacco che insieme ad Iccrea Banca (l?Istituto Centrale delle Banche di Credito Cooperativo, parte del Gruppo Bancario Iccrea) hanno messo a disposizione un plafond di 9.500.000,00 euro finalizzato alla realizzazione di opere rivolte al potenziamento idrico e fognario?depurativo per un totale di 20 milioni di euro (l?importo rimanente verrà coperto con fondi comunitari – gestiti dalla Regione Veneto – e dalla stessa Polesine Servizi).

Il territorio di competenza di Polesine Servizi è composto da 52 comuni che si estendono sulle tre province di Rovigo, Padova e Verona dove operano le Banche di Credito Cooperativo citate.

Con questa operazione il Credito Cooperativo italiano si conferma una realtà bancaria particolarmente attenta ai bisogni dei territori di cui è espressione diretta, capace di valorizzare al massimo la vocazione localistica delle singole BCC. Al tempo stesso le BCC italiane sono inserite in un sistema nazionale che consente loro ? come nel caso della partecipazione dell?Istituto Centrale ? di conseguire significative economie di scala e di fornire risposte di sistema ad esigenze tipicamente locali, ma anche disponibilità e qualità di risorse.

E?, infine, da sottolineare il valore sociale ed ambientale di una simile iniziativa in una zona nella quale le cronache, anche di questi giorni, portano alla ribalta la necessità di un piano di sviluppo mirato alla salvaguardia del patrimonio idrico del nostro Paese, non più rinviabile, al quale sono chiamate a concorrere tutte quelle realtà in grado di mettere a disposizione risorse per investimenti, know how, conoscenza del territorio.

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