Economia

Jacques, l’opportunista

Il futuro dell’Europa tra Chirac e Blair

di Riccardo Bagnato

Un vero e proprio venerdì 17 per l?Unione europea. Consiglio europeo sospeso, accordo sul bilancio comunitario 2007-2013 irraggiungibile. Il colpevole? Apparentemente, il primo ministro inglese. Tony Blair aveva infatti offerto la disponibilità a ridiscutere il famoso ?sconto britannico? ma solo nel caso in cui si fosse rimessa in discussione anche la Politica agricola comunitaria (Pac). Traduzione: noi inglesi verseremo nelle casse dell?Unione quello che versano gli altri solo se Francia (e con lei molti altri Paesi) rinunceranno ai sussidi all?agricoltura.

Marjorie Jouen della Fondazione Notre Europe, pensatoio creato da Jacques Delors, ci spiega: «Ormai è evidente che il bilancio comunitario è uno strumento troppo importante per lasciarlo in mano ai funzionari. Lo hanno ridotto a un semplice strumento di scambio, con cui gestire il vantaggio nazionale di uno Stato su un altro». Chiediamo se l?ipotesi che Giulio Tremonti ha rilanciato con i cosiddetti Union bonds per finanziare l?Ue è da ritenersi sensata. Risponde: «è una strada percorribile. La stessa Commissione aveva espresso il bisogno di trovare altre modalità per finanziare l?Unione. Questo può essere uno di quelli».

Marjorie Jouen per prima avverte il pericolo di trasformare in risiko la politica europea. E se con un po? d?orgoglio ?gallico? puntualizza «Siamo davanti a un cambio generazionale: Blair come Zapatero sono politici che non hanno conosciuto la guerra mondiale, quella da cui e per cui si è formata l?Europa», incalzata sulle responsabilità attuali di una Francia a disagio per aver rigettato una costituzione scritta sotto la guida di Valéry Giscard d?Estaing e bocciato sotto quella di Jacques Chirac, sottovoce, dice: «Chirac? Un europportunista»

Info: Fondazione Notre Europe – www.notre-europe.asso.fr

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