Welfare

Rapporto Istat 2000: assistenza sanitaria a disabili e anziani

Al Nord si preferisce l'assistenza domiciliare, nel meridione più strutture di tipo residenziale, questo un primo dato dal nuovo rapporto 2000 presentato dall'Istat

di Barbara Fabiani

Cambia in Italia il modo di affrontare l’assistenza agli anziani e ai disabili. Secondo l’Istat, che ha censito le strutture di assistenza e quelle di riabilitazione, si è notevolmente diffuso il modello che preferisce l’assistenza domiciliare integrata e i servizi semiresidenziali alle strutture residenziali, anche se ciò accade molto più spesso a Nord che nel Meridione.
Nel 1998 nel nostro paese 205mila persone hanno usufruito dell’assistenza domiciliare; si tratta dell’86% dei casi di anziani. Dai dati dell’istituto nazionale di statistica emerge chiaramente, infatti, che la popolazione disabile è composta soprattutto da anziani: ha problemi di salute che compromettono l’abilità fisica e psichica il 20% delle persone con più di 65 anni, ovvero il 73% del totale dei disabili. Questa situazione, avverte l’Istat, non potrà che amplificarsi nei prossimi anni con il progressivo invecchiamento della popolazione

Per quanto riguarda l’assistenza agli anziani e ai disabili, l’Italia presenta una netta differenziazione geografica. Nel Centro-Nord sono assistite a domicilio 573 persone ogni 100mila residenti, mentre nel Mezzogiorno la quota è di appena 61 assistiti ogni 100mila residenti.
In totale sul territorio italiano sono attive 2mila 432 strutture residenziali che nel 1998 sono state utilizzate da 139mila 831 utenti tra disabili fisici e psichici, mentre le strutture semiresidenziani sono poco più della metà, 1240 utilizzate da 44mila275 utenti.
Le differenze geografiche si notano soprattutto nei dati relativi alla disponibilità dei posti letto: per quanto riguarda le strutture residenziali nel Nord ci sono circa 320 posti letto ogni 100mila abitanti; al Centro la quota si riduce a 135 e nel Mezzogiorno ci sono appena 31 posti letto in strutture residenziali per anziani e disabili ogni 100mila abitanti.
La differenza cresce per le strutture semiresidenziali, davvero poco diffuse nel Mezzogiorno, appena 0,4 strutture ogni 100mila abitanti mentre a Nord sono 4 sulla stessa quota di popolazione; non troppo bene neanche il Centro dove esistono solo 1,7 strutture semiresidenzali ogni 100mila abitanti. Il numero di posti letto è 60 per ogni 100mila residenti a nord, 30 al centro e meno di 10 nel suid e nelle isole.

L’istat si sofferma anche sulle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) istituite con la legge 67/1988 con lo scopo di offrire un’alternativa all’istituzionalizzazione ospedaliera dei pazienti (spesso disabili psichici) , offrendo ai ricoverati dei servizi di tipo ricreativo e di socializzazione. Al 1998 erano presenti sul territorio 226 Rsa per complessivi 9mila406 posti, di cui 8mila107 dedicati agli anziani e 1298 ai disabili. Emilia Romagna e Calabria sono le due regioni con maggior presenza di Rsa rispetto alla popolazione (rispettivamente 19 e 16).

E dopo l’assistenza, la riabilitazione. Anche in questo caso in Italia si registra una disomogeneità. I centri di riabilitazione sono 680 ( al 1998) per complessivi 26mila, pari a una media di 28 posti letto ogni 100mila abitanti. Nel centro sud c’è la maggiore concentrazione di posti letto in strutture residenziali – 26,2 su 100mila contro i 17, 4 del Nord – mentre a nord anche per la riabilitazione prevale la scelta semiresidenziale – 11,5 posti letto per 100 abitanti contro 1,4 del Centro-sud.
Per concludere, al Nord si preferisce l’assistenza domiciliare e le strutture semiresidenziali, nel Meridione prevalgono le strutture residenziali. A questo propositi va aggiunto che solo il 6,15 delle Asl del sud Italia ha attivato servizi per disabili e il 17,6% per gli anziani. Intermedia la situazione al centro , dove, però, ci sono le liste di attesa più lunghe.

Per maggiori informazioni: Il Rapporto online

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