Cultura

Biologico, rivolta degli agricoltori spagnoli

Proteste contro la deregulation voluta dal ministro dell'agricoltura che, con un decreto, ha concesso l'uso dell'aggettivo "biologico" anche a prodotti non certificati.

di Giampaolo Cerri

Più di quaranta organizzazioni, enti e organizzazioni del biologico spagnolo sono sul piede di guerra. Riuniti nel prossimo week-end a Cordova per la quarta assemblea nazionale di settore, discuteranno le possibili contromosse ad un recente decreto del ministero dell’Agricoltura che concedeva l’uso dell’aggettivo “biologico”, anche a produzioni non certificate.
Questione che aveva sollevato anche le rimostranze della massima associazione mondiale che si occupa di biologico, l’Ifoam, secondo la quale il regio decreto spagnolo è in contrasto con la normativa europea.
In Spagna le aziende agricole che producono biologico sono ormai oltre 14 mila, per una superficie agricola coltivata di oltre 400 mila ettari. Il primato regionale spetta all’Andalusia con le sue 3 mila aziende e 70 mila ettari coltivati.
Gli agricoltori, oltre ad una azione legale, hanno preannunciato proteste pubbliche e chiedono un incontro urgente al ministro Arias Cañete, ritenuto il maggior respospansabile della decisione.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.