Volontariato

Rapporto Istat 2000: il volontariato in Italia

Sono almeno 20mila le associazioni di volontariato nel paese, sempre più specializzate e capaci di offrire più servizi

di Barbara Fabiani

Il paese può contare su un patrimonio di 15.071 associazioni di volontariato che raccolgono 670.826 volontari. Questi i dati ricavati dall’Istat dall’analisi dei registri regionali e delle provincie autonome. L’istituto nazionale di statistica, comunque, accoglie anche le osservazioni di altre fonti e dichiara credibile una presenza complessiva di 20mila associazioni di volontariato in Italia.
Negli ultimi 5 anni il numero delle organizzazioni iscritte ai registri è quasi raddoppiato , passando da 8mila343 nel 1995 alle oltre 15mila di oggi. Dato che potrebbe indicare un effettivo incremento ma anche una maggiore propensione ad iscriversi nei registri.

Valutando le cifre generali, vediamo che il volontariato è maggiormente presente nel Nord est, con 4,5 organizzazioni e 188 volontari ogni 10mila abitanti, mentre nel Mezzogiorno ci sono 1,3 organizzazioni e 58 volontari su 10 mila abitanti. Malgrado questa minor presenza, il Sud si riscatta per il fatto di essere la zona d’Italia dove di volontariato è maggiormente cresciuto negli ultimi due anni: nel 1997 nel Sud c’era il 14,4% delle associazioni italiane che alla fine del 1999 sono diventate il 18,9%.

Il rapporto Istat spiega la diversa diffusione e sviluppo del volontariato in Italia in relazione alla presenza dello Stato e al dinamismo del tessuto culturale: “Una maggiore presenza di strutture pubbliche – si legge- e attenzione alle innovazioni di carattere sociale sembra aver corrisposto anche un maggior stimolo alla diffusione del volontariato. In tal senso il ruolo del volontariato è ormai quello di partner rilevante del sistema dei servizi nel territorio. Al tempo stesso la maggior vicinanza che le associazioni hanno con i portatori di bisogni porta a fare di esse un interlocutore prezioso”.

I settori in cui le organizzazioni di volontariato sono più impegnate sono la sanità (41,5%) l’assistenza sociale (37,2%) e le attività ricreative e culturali (31,2%), decisamente di meno le associazioni impegnate in altri settori.
Le organizzazioni piccole (con meno di 21 volontari) sono attive prevalentemente nel settore della tutela dei diritti, e in misura minore nei settori dell’istruzione e della sanità; le associazioni più grandi (con più di 30 volontari) scelgono la protezione civile, lo sport e la protezione dell’ambiente.

L’Istat, inoltre, ha rilevato che negli anni si è verifica una progressiva specializzazione delle associazioni per settore di intervento, mentre è andata diversificandosi l’offerta dei servizi.
Il 58% delle organizzazioni ha dichiarato di operare solo in un settore di attività, il 19,8% in due, il 10,3% in tre e l’11,4% in quattro. Nel 1995 , questa stessa domanda aveva fatto rilevare che il 49,4% delle organizzazioni era monosettoriale e il 14,1% si dedicava a 4 settori contemporaneamente. Questa tendenza a “specilizzarsi” è maggiore a nord che a sud, dove prevale un approccio “misto”.

Per quanto riguarda i servizi offerti, le associazioni che offrono un solo servizio sono diminuita da 29% nel 1995 al 25,8% nel 1999. Aumenta quindi la capacità di dare più risposte all’utenza.
I principali servizi offerti dalle organizzazioni di volontariato sono : ascolto, sostegno e assistenza morale (32,3%) , servizi ricreativi e d’intrattenimento (22,8%) , donazioni sangue (20,8%), campagne di sensibilizzazione (19,8%), prevenzione sanitaria (15,5%).

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