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Celiachia: sì definitivo alla nuova legge

Riconosciuta come "malattia sociale"

di Benedetta Verrini

Le Commissioni riunite Industria e Sanità del Senato hanno approvato definitivamente, in sede deliberante, le norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia, proposte dal disegno di legge 697-B. La nuova legge contiene, come indicato negli articoli 1 e 2, interventi diretti «a favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia», riconosciuta come malattia sociale. La celiachia è un?intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. L?incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati solo 35 mila. Ogni anno vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9%. Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dalla dieta alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l?assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può causare danni. Rispettare una dieta rigorosamente priva di glutine non è una cosa drammatica, ma certamente pone una serie di problemi psicologici e pratici con cui i celiaci e le loro famiglie devono fare i conti. Il veto ad alimenti comuni quali pane, pasta, biscotti, focacce e pizza comporta una educazione alimentare ed una consapevolezza cui molte persone non sono abituate. L?inserimento dei bambini nelle refezioni scolastiche e degli adulti nelle mense aziendali non è sempre facile o possibile: la ?concessione? della dieta priva di glutine dipende largamente dalla sensibilità dei responsabili dei servizi di ristorazione collettiva. Il rispetto della dieta a scuola implica l?istruzione degli insegnanti e del personale scolastico e la loro volontà di collaborazione. Molti prodotti del commercio non possono essere utilizzati dai celiaci perché contengono o potrebbero contenere glutine, anche in minime tracce. E? necessario pertanto sensibilizzare le ditte produttrici a collaborare con l?Associazione Italiana Celiachia per l?elaborazione del Prontuario AIC degli alimenti. Per informazioni: www.celiachia.it


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