Welfare

Carceri: allarme sovraffollamento e sanit

LA denuncia dall' infettivologo Giovanni Rezza, direttore del centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanita' (Iss)

di Redazione

Carceri italiane mai cosi’ affollate. Il primo giugno di quest’anno e’ stato toccato il picco di 58.388 detenuti in 286 istituti di pena, di cui 5.691 nelle 18 strutture del Lazio. Se si considerano poi quelle in regime di semiliberta’, con obbligo di firme e sottoposte a misure alternative, si arriva a oltre 100 mila persone. Per gli esperti, nelle carceri e’ emergenza socio-sanitaria: fra i detenuti, infatti, sono particolarmente diffuse malattie gravi come i tumori, ma soprattutto Aids ed epatiti. Carceri italiane sempre piu’ a rischio per la diffusione di malattie infettive. I dati parlano di una concentrazione di persone infette per diversi tipi di malattie, di dieci volte superiore tra i detenuti rispetto alla media della popolazione italiana. Alcuni studi coordinati dall’ infettivologo Giovanni Rezza, direttore del centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanita’ (Iss) e condotti in collaborazione con il Ministero della giustizia, mostrano che il 7,5 % dei detenuti nelle carceri italiane e’ sieropositivo, il 38% risulta positivo al test per l’epatite C e addirittura il 50% risulta essere entrato in contatto con il virus dell’epatite B mentre il 7% presenta l’infezione in atto. Dati questi che, pero’, gli esperti reputano sottostimati. ”Tanto che pensiamo -dice Rezza- che i sieropositivi nelle carceri possano essere uno su dieci detenuti”. Inoltre, il test cutaneo per evidenziare la presenza del virus della tubercolosi, e’ risultato positivo nel 18% dei detenuti. ”Essere postivi ai test ©!= spiega Giovanni Rezza – non significa che ci si ammalera’ per forza, ma non dobbiamo nemmeno sottovalutare il rischio di una diffusione massiccia delle malattie infettive tra la popolazione carceraria”. I dati relativi all’Hiv e alle epatiti si giustificano in gran parte con l’alta concentrazione tra i detenuti tossicodipendenti (28%) e con l’abitudine diffusa a farsi tatuaggi non utilizzando aghi sterili. Il problema della Tbc puo’ essere ricondotto piu’ frequentemente alla presenza degli stranieri (32%), maggiormente esposti a questo virus rispetto agli italiani. Ma la diffusione delle malattie infettive va anche collegata al sovraffollamento delle carceri. Le persone detenute nei 286 istituti di pena sono circa 59 mila in condizioni igieniche estremamente precarie: solo nel carcere di Rebibbia attualmente quaranta persone non hanno un posto letto assegnato e dormono tutte assieme su materassi per terra nelle stanze adibite alle attivita’ comuni. Nella seguente tabella vengono riportati, regione per regione, i dati del Dipartimento dell’ amministrazione penitenziaria relativi alla distribuzione dei 59.012 detenuti rilevati il primo giugno di quest’anno nelle 206 carceri italiane. Per ciascuna regione e’ riportata anche la tollerabile. REGIONE N. DETENUTI TOLLERABILE Abruzzo 1.642 2.311 Basilicata 453 522 Calabria 2.420 2.950 Campania 7.340 6.704 Emilia Romagna 3.841 3.931 Friuli V. Giulia 819 806 Lazio 5.797 6.599 Liguria 1.447 1.428 Lombardia 8.679 8.445 Marche 936 2.061 Molise 434 526 Piemonte 4.943 5.214 Puglia 3.794 3.779 Sardegna 1.847 2.641 Sicilia 6.033 6.542 Toscana 4.057 3.955 Trentino A.A. 421 318 Umbria 1.014 1.222 Val D’Aosta 257 286 Veneto 2.838 2.717 TOTALE 59.012 62.063


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