Mondo

Geldof e Blair a Roma: sostenere lo sviluppo dell’ Africa

Il premier inglese a Roma per presentare il lavoro della Commissione per l'Africa creata in vista del prossimo g8

di Emanuela Citterio

Da ROMA «Siete il sesto Paese più ricco della terra, è fantastico!». Bob Geldof non ha ancora messo piede nella sala dei musei capitolini dove è venuto a presentare il Rapporto della Commissione per l?Africa, di cui fa parte insieme al primo ministro inglese Tony Blair. È ancora sulla soglia, sulla piazza del Campidoglio, e tira fuori dalla tasca un prospetto di dati. «Vedete qui? L?Italia è il sesto Paese più ricco del mondo eppure è all?ultimo posto nell?aiuto allo sviluppo», si rivolge ai giornalisti che lo hanno fermato con le telecamere. «Eppure gli italiani sono persone generose, allora c?è qualcosa che non quadra, significa che la politica non fa quello che farebbero gli italiani». Provoca da subito la rock star britannica a Roma per Italiafrica, la manifestazione per l?Africa voluta per il secondo anno consecutivo dal sindaco Walter Veltroni, insieme ai sindacati e alle organizzazioni del terzo settore. Ma Geldof non è l?unico personaggio britannico d?eccezione, né l?unico membro della commissione che ha detto di voler cambiare la situazione dell?Africa. Ai musei capitolini, alla conferenza promossa da Aspen Istitute e presieduta dal vicepremier Giulio Tremonti, viene annunciato l?arrivo, insieme a Walter Veltroni del primo ministro britannico Tony Blair. «Sarebbe un grave errore non intervenire nei confronti dell?Africa, a subirne le conseguenze sarebbe tutto il mondo, non solo questo continente», esordisce Blair. «Quel che va fatto», il premier britannico lo condensa in tre parole: debt, aid and traid. «Bisogna cancellare il debito dei Paesi africani, aumentare l?aiuto e introdurre nel commercio regole più eque che non danneggino i prodotti africani». Poi Blair parla della commissione per l?Africa, creata un anno fa per portare sul tavolo del g8 proposte concrete per affrontare i gravi squilibri del continente africano. «Al g8verranno molti leadears africani», annuncia il premier britannico. «Nel corso dell?ultimo anno la commissione, che è composta anche da africani ha girato l?Africa, è stato un lavoro condiviso e ora molte idee che verranno portate al g8 saranno idee africane. Ci sono segnali positivi da questo continente che rendono ottimisti, ma vanno incoraggiati». Uno degli apporti della commissione istituita in vista del vertice degli otto Paesi più ricchi, che quest?anno si svolgerà proprio su suolo britannico, dal 26 al 28 luglio a Gleanegles in Scozia, sarà l?International Finance Facility, lo strumento finanziario messo a punto dal ministro delle finanze inglese Gordon Brown per raddoppiare l?aiuto allo sviluppo. A esprimere sintonia con il piano britannico è Walter Veltroni: «Non possiamo più fermarci alla constatazione del problema, è finito anche il tempo delle parole: è arrivato il momento di istituzionalizzare l?aiuto allo sviluppo, di cancellare finalmente il debito dei Paesi che ne hanno bisogno, e di rispettare gli impegni che i Paesi ricchi si sono presi». Bob Geldof è l?unica persona, al tavolo dei relatori, a prendere appunti di ogni intervento. «I Paesi del g8, fra cui l?Italia, hanno promesso di destinare lo 0, 7 per cento del suo Prodotto interno lordo a risollevare le condizioni di miseria in cui versa larga parte dell?umanità, soprattutto in Africa. E la parola ha un valore, se io prometto qualcosa è nel mio nome che lo prometto, non al posto di qualcun altro». Emanuela Citterio


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