Volontariato

Sergio Marelli: folgorato dal Burundi

Il presidente delle ong italiane ricorda il suo primo campo di lavoro. Al termine del quale decise di diventare cooperante.

di Gabriella Meroni

I campi di lavoro delle ong? Non sono parentesi, ma la porta d?ingresso che conduce i ragazzi a impegnarsi seriamente, per la vita, nella cooperazione internazionale o nelle organizzazioni di sviluppo. Ne è convinto Sergio Marelli, presidente dell?Associazione ong italiane, sia perché lui il mondo della cooperazione lo conosce bene, sia perché a lui è successo proprio così, una trentina di anni fa. «Avevo 18 anni e il diploma di maturità in tasca quando partii per il Burundi», ricorda. «Volevo raggiungere mio fratello Paolo, specializzando in chirurgia, che stava trascorrendo un periodo in Africa con la ong Aspem. Me lo ricordo benissimo: tornato a casa non riuscivo a pensare ad altro. E dopo la laurea in Agraria tornai ancora lì, in Burundi, sempre con Aspem, per la mia prima missione da cooperante». Come lui sono tanti i giovani, anche con qualche anno in più rispetto ai neodiplomati, che sfruttano il periodo estivo per concedersi un?esperienza diversa al seguito di una ong. «Sì, sono tantissimi», conferma Marelli, «tanto che le organizzazioni sono bombardate di richieste tutto l?anno. Ma accontentare tutti quando magari si lavora in piena emergenza non è possibile. L?estate invece è il periodo più adatto per studiare itinerari lontani dalle crisi ma ugualmente coinvolgenti». Una tendenza sempre attuale, quindi, e in crescita, soprattutto tra le ragazze. Il campo brasiliano del Cisv, per esempio, sarà un gineceo composto da 19 ragazze e un solo maschietto. È un caso? «No, le più pronte a partire sono le donne», conferma Marelli. «Credo che sia un?eredità del servizio civile nazionale, fino a poco tempo fa riservato alle ragazze. Ma non dimentichiamo che anche tra il personale in servizio permanente nelle ong la parità dei sessi è perfetta, anzi, siamo a un 51% di presenza femminile». I campi di lavoro sono un?esperienza solo bella, o anche utile? «Soprattutto utile», conclude Marelli. «Circa un terzo dei partecipanti a questi viaggi, al ritorno torna a fare la vita di prima, un altro terzo si orienta professionalmente verso il sociale e gli altri chiedono di entrare a far parte dello staff della ong». Proprio come lei? «Proprio come me. Che ho 48 anni e senza quel viaggio in Burundi di tanti anni fa adesso chissà dove sarei».


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