Famiglia

Fare un figlio per amore o per nevrosi

Siamo il Paese con il più basso tasso di natalità al mondo. Ma che scopre un grande desiderio di fare bambini quando le condizioni si fanno più complicate...

di Benedetta Verrini

Sì alla fecondazione eterologa, quesito numero 4. Accesso alla fecondazione assistita anche senza problemi di sterilità accertata, quesito numero 2. Le due cose vanno di pari passo, e da un punto di vista strettamente numerico i protagonisti dei cambiamenti connessi a questi quesiti non saranno né i single né le coppie omosessuali, ma le normalissime coppie che mettono su famiglia a quarant?anni, con i tempi biologici della fecondità diventati avari. In questione quindi è la famiglia nella sua normalità: come cambierà, in che direzione e con quali conseguenze. Ne parliamo con Giulia Paola Di Nicola, sociologa, per anni titolare della cattedra di Sociologia della famiglia al master in Bioetica dell?università di Bari, oggi docente di Politica sociale all?università di Chieti.
Vita: Qual è il nodo centrale rispetto a questi due quesiti?
Giulia Paola Di Nicola: Per me è quello dell?identità personale. È vero, ci sono situazioni apparentemente analoghe, come quella di bambini abbandonati o che il tribunale toglie da piccolissimi ai loro genitori, ma queste sono situazioni degenerative: se uno invece l?assenza di identità la programma, va contro il diritto della persona a conoscersi. Non capisco perché per gli animali facciamo il pedigree e per gli uomini riteniamo che sia superfluo garantire la continuità generazionale.
Vita: L?Italia ha un indice di natalità bassissimo, eppure di fronte a questo referendum sembra presa da una nevrosi da gravidanza. Come lo spiega?
Di Nicola: Le coppie vogliono programmare i tempi della vita, a partire proprio dal figlio: non deve arrivare per tutto il tempo in cui non lo voglio e deve arrivare immediatamente quando decido che lo voglio. E piuttosto che aspettarlo ricorro alla fecondazione assistita. Il rifiuto del figlio e il diritto di avere un figlio, costi quel che costi, sono due facce della stessa medaglia. È un bruttissimo paradosso, che è incentivato anche dalle fallimentari politiche famigliari attuali.
Vita: L?idea del figlio come prodotto che obbedisce alla mia volontà non rischia di cancellare quella del figlio come dono?
Di Nicola: Non è facile vedere un figlio come un dono. La maggior parte di noi lo vive come una gratificazione, perché la fecondità ti rassicura sulla tua identità. Un figlio è tutto questo, è vero, però se la vita ti mette dei limiti non per questo hai il diritto di aggirare il limite con qualunque mezzo. I medici ci dicono che esistono tanti sistemi per rispondere alla sterilità di coppia, è questione di orientare gli investimenti? Anche perché tra le concause della sterilità ci sono fattori psicologici e legati al lavoro: più che altro serve un tessuto di comunità e di solidarietà, una struttura informale di sostegno.
Vita: L?eterologa come cambierebbe la famiglia?
Di Nicola: Si ricorre all?eterologa per accontentare la propria partner, per non frustrare il suo desiderio di maternità, ma è chiaro che si innestano anche dinamiche di colpevolizzazione e di inadeguatezza: nel momento in cui la coppia dovesse litigare a causa di quel figlio, cosa normale nell?adolescenza, è facilissimo che scatti la rivendicazione della non genitorialità e quindi della non responsabilità. Queste difficoltà le devi avere ben in mente: un conto è riparare legami che si sono rotti, altro è progettare situazioni famigliari che scombinano i rapporti caldi della vita.
Vita: Non tutte le famiglie che ricorrono all?eterologa hanno un percorso così negativo?
Di Nicola: Tutto il mondo scientifico è concorde nel rilevare che le patologie della famiglia – anche naturale – si ripercuotono sui ragazzi. Però improvvisamente ce lo dimentichiamo. Come società e come Stato abbiamo il dovere di progettare il meglio per la futura generazione: che poi ogni aspetto negativo possa essere riparato è ovvio. Ma un sistema basato sulle ?riparazioni? non è sano né buono.
Vita: L?identità del donatore può rimanere anonima?
Di Nicola: No, una persona ha il diritto di sapere ciò che lo riguarda: al momento opportuno, è chiaro. Quindi nel caso in cui la fecondazione eterologa passasse è necessario prendere tutte le precauzioni possibili per garantire questo diritto.

Che cosa dice il quarto quesito dei referendum
Scheda colore rosa

Il quarto quesito, abrogando alcuni commi degli articoli 4, 9, 12, consente la «fecondazione eterologa».

Il quesito
Volete voi che sia abrogata la legge 19 febbraio 2004, n. 40, avente ad oggetto «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita», limitatamente alle seguenti parti:
Articolo 4, comma 3: «È vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo.»;
Articolo 9, comma 1, limitatamente alle parole: «in violazione del divieto di cui all?articolo 4, comma 3»;
Articolo 12, comma 1: «Chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente, in violazione di quanto previsto dall?articolo 4, comma 3, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300.000 a 600.000 euro.»;
Articolo 12, comma 8, limitatamente alla parola: «1,».

Cosa prevede la legge
La legge consente di utilizzare nelle pratiche di fecondazione artificiale solo tecniche di tipo omologo, cioè con gameti (ovociti e spermatozoi) prelevati ai due partner che vogliono avere il figlio. Questa è infatti una misura che intende tutelare il diritto del nascituro ad avere una famiglia con due genitori noti. Il divieto si accompagna a sanzioni nei confronti di coloro che esercitano una professione sanitaria (medici, infermieri, eccetera) che, in contrasto con il dettato della legge, utilizzino tecniche di tipo eterologo: sanzioni sia pecuniarie, sia di sospensione dall?esercizio professionale.

Cosa sostiene chi vota Sì
Il referendum si propone di abolire il divieto di fecondazione eterologa. E, conseguentemente, le sanzioni che sono legate a chi trasgredisse a tale disposizione. La motivazione è per ampliare il campo delle possibilità di trattamento per coloro ai quali le tecniche più tradizionali si dimostrano insufficienti o impossibili da impiegare.

Cosa sostiene chi vota no o si astiene
Se vincessero i Sì al referendum, nascerebbero bambini che hanno solo un genitore biologico tra i due componenti della coppia, o addirittura nessuno, in caso di donazione sia di ovocita che di spermatozoo. La legge andrebbe modificata o integrata: in particolare dovrebbe essere chiarito se chi cede i propri gameti possa restare anonimo, o debba essere individuabile dal figlio biologico, sia per eventuali necessità di salute, sia per coloro che – cresciuti – desiderassero conoscere i propri genitori. Dovrebbe anche essere noto l?utilizzo dei gameti di ciascun donatore, per escludere l?eventualità – remota ma non impossibile – di incesti tra i discendenti di uno stesso genitore. Sono tutti problemi che si sono posti all?attenzione dei legislatori anche in altre nazioni (per esempio Gran Bretagna e Svezia), dove da più lungo tempo l?eterologa è stata ammessa. I promotori dicono di voler applicare l?eterologa ai soli casi comprovati di sterilità. Ma la vittoria del Sì lascerebbe aperto il campo a tutte le possibilità, a meno che non si metta mano alla legge.

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