Salute

I donatori del sud fanno sorridere l’avis

I numeri di tre anni di donazioni di sangue in Italia. Più 6,4% in Meridione. Cioè nelle regioni più difficili. Una buona notizia.Dobbiamo vincere la sfida con i giovani.

di Stefano Arduini

La svolta è nei numeri. Negli anni 2001-2004 l?incremento medio delle donazioni di sangue nel Sud e nelle isole è cresciuto del 6,4%. Nello stesso periodo il Centro ha registrato un + 4,6% e il Nord quasi +2. Il Meridione, insomma, cresce tre volte di più rispetto a Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, le regioni che da sempre guidano la classifica dei donatori. «Un risultato importante considerato che nel Sud il nostro radicamento è storicamente più difficile», conferma Andrea Tieghi, ferrarese, da tre anni presidente nazionale di Avis (l?Associazione volontari italiani sangue che da sola copre il 75% del fabbisogno nazionale di sangue). Tieghi ha appena chiuso la 69esima assemblea nazionale dell?associazione che si è tenuta, non a caso, a Lamezia Terme, profondo Sud. A queste latitudini la bandiera dell?Avis nazionale mancava da 11 anni. «Il significato politico di incontrarci al Sud è il riconoscimento a una rete di dirigenti che ha sensibilizzato anche le amministrazioni più restìe». Tanto che se chiediamo a Tieghi quale sia il fiore all?occhiello del sistema italiano, la scelta ricade sul Mezzogiorno: «Con 600mila abitanti e 13mila donatori la Basilicata, ormai autosufficiente». Offrire la copertina al Sud, però, non deve far dimenticare che in termini assoluti, su un totale di 1.660.606 donazioni raccolte nel 2003, la parte del leone l?ha recitata ancora una volta la Lombardia con 434.204 donazioni, seguita dalle 257.286 dell?Emilia Romagna e dalle 182.807 del Veneto. Passando dalle donazioni ai donatori, che quest?anno hanno toccato quota un milione, il podio non cambia: oro alla Lombardia, argento all?Emilia Romagna, bronzo al Veneto. Da Lamezia Terme esce quindi un?Avis in salute, ma Tieghi non ha intenzione di tirare i remi in barca. «Non dimentichiamo che l?Italia ogni anno è in deficit di 150mila donazioni». Confermato il no a ogni ipotesi di compravendita di sangue, non rimane che il volontariato. Spiega Tieghi: «In Italia possono donare tutti gli abitanti sani fra i 18 e i 65 anni che non pesino meno di 50 chili. Oggi siamo a un milione, ma i potenziali donatori sono 35 volte tanti». Una sfida che va combattuta sul fronte dei giovani. Attualmente i soci Avis under 30 sono appena il 22%. «L?obiettivo è arrivare al 35%», annuncia il presidente, che guarda con interesse ai volontari del nuovo Servizio civile nazionale (info su www.serviziocivile.it ). Un?auto Avis sta percorrendo i 3.465 chilometri del giro d?Italia proprio per promuove la sua attività fra i giovani.


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