Famiglia

Realacci: Cari ds, crediamo in un ulivo senza egemonie

Parla il deputato della Margherita e leader di Legambiente: "Guai a calpestare la varietà delle culture e delle identità. Servono idee nuove. E un progetto vero di cambiamento".

di Ettore Colombo

Ermete Realacci, responsabile Qualità e sviluppo della Margherita e presidente (oggi solo onorario ma a lungo effettivo) di Legambiente, di solito è un tipo scherzoso. Stavolta però il suo tono è serio. Il confronto interno, nell?ultima assemblea federale del suo partito, è stato teso, le divaricazioni profonde. Oggetto la presentazione di una lista autonoma della Margherita alle prossime elezioni, nella quota proporzionale. Realacci non ha votato né per i rutelliani (che hanno vinto la battaglia a larga maggioranza) né per i prodiani (che l?hanno persa) e nemmeno per i pontieri alla Bindi-Letta, che chiedevano il rinvio della decisione. Si è astenuto. Una fuga dalle responsabilità? «No», spiega, «un modo per dire che ero d?accordo nella sostanza della proposta ma ne temevo l?effetto controproducente, che poi in effetti ha avuto sulla stampa e sulla gente. Il che mi preoccupa molto».
Vita: Realacci, Rutelli e voi della Margherita siete gli omicidi dell?unità dell?Ulivo?
Ermete Realacci: Nient?affatto, anche se il rischio dell?equivoco nell?opinione pubblica è forte. Due le ragioni dietro la scelta di presentarsi in modo autonomo alle elezioni nella parte proporzionale: una tecnica, visto che dare più libertà di scelta agli elettori ci permette di prendere più voti, come dimostrano tutte le precedenti tornate elettorali, e una politica. Una prospettiva politica sempre più integrata tra le forze che compongono la Federazione dell?Ulivo – fino alla prospettiva più lontana, ma che io auspico, quella del partito democratico – deve preservare la varietà di culture e sensibilità che la compongono. La Margherita è già il simbolo di questa contaminazione: dobbiamo andare avanti su questa strada. Il progetto dell?Ulivo non può trasformarsi nella Cosa 3 o 4, con i Ds a farla al solito da egemoni. L?incrocio politico di culture diverse, a partire dalla loro diversa storia e radicamento territoriale, va preservato, non azzerato; inoltre, la Margherita può intercettare voti in mondi attigui ad essa ma non a tutta l?Unione. Ma questo non vuol dire sconfessare il progetto della Federazione ulivista né tantomeno mettere in discussione l?unità del centrosinistra.
Vita: Insomma, è solo che non volete morire socialdemocratici?
Realacci: Quella socialdemocratica non è una cultura sufficiente per leggere e interpretare la realtà: in Italia, dove convivono da sempre storie e culture diverse, più che altrove. Al Parlamento europeo la Margherita non sta nel Pse ma nell?Eldr, insieme ai liberaldemocratici inglesi: alle ultime elezioni hanno preso il 25% dimostrandosi molto più ?a sinistra?, sull?opposizione alla guerra in Iraq come sull?aumento del carico fiscale ai ceti più abbienti per pagare il sistema di welfare, dei laburisti.
Vita: Finirà che Prodi, per reazione, farà la sua, di lista ulivista.
Realacci: Non credo proprio che possa accadere questo. Anche i Ds si sono detti contrari, peraltro. La lista unitaria senza la Margherita corrisponderebbe peraltro a un allargamento dei Ds o poco più. Il fatto è che la stampa sta banalizzando ed enfatizzando un problema che riguarda un manipolo di seggi. Resta il fatto che nella stragrande maggioranza dei collegi ci presenteremo come Unione e saremo tutti uniti. Piuttosto mi preoccuperei di due questioni: uno, le elezioni non sono affatto già vinte e dalla Cdl mi aspetto colpi di coda e scelte anche imprevedibili sulle candidature. La campagna elettorale sarà lunga e dura, cioè, e dobbiamo arrivarci attrezzati. Ecco perché serve sempre di più e al più presto un progetto di cambiamento che rimetta in moto il Paese. Non è solo un problema economico ma anche morale e sociale: gli italiani sono stanchi e sfiduciati per le troppe promesse non mantenute ma rischiano di esserlo anche verso la politica in quanto tale. Ecco perché il dialogo con i corpi sociali intermedi, con i giovani, con le forze economiche e produttive del Paese è vitale, per noi.
Vita: Tu sei quello che ha organizzato per la Margherita i seminari di Impruneta e di Fiesole. Ora prepari quello di Ravello sulla qualità. Voli alto, ma la politica di questi tempi applica il volo radente?
Realacci: Il centrodestra ha proposto al Paese la ricetta «arricchitevi e fregatevene», ricetta anche suggestiva, mentre per noi le ragioni della coesione sociale sono centrali, però anche noi dobbiamo trovare e lanciare nuove idee forti, prima che il declino del Paese da economico diventi morale e psicologico. Ho cercato di farlo a Fiesole per il partito, lo farò a Ravello nella Fondazione Symbola sulla qualità e il territorio ma lo faccio anche con l?Intergruppo per la Sussidiarietà. Credo nell?idea ?ciampiana? di un Paese che sa valorizzare i suoi talenti: capire la direzione non è facile ma dobbiamo dimostrare anche di essere noi i più bravi, non limitarci solo a criticare il centrodestra.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.