Formazione

Immigrati: polemica tra Pisanu e Cir

Pisanu: "Il 92% delle domande presentate dagli immigrati per la richiesta di asilo sono false o infondate''. Il Consiglio italiano rifugiati: "Non e' vero su 3.131 richiedenti, 2.446 non sono sta

di Paul Ricard

”Vi e’ una percentuale altissima. Il 92% delle domande presentate dagli immigrati per la richiesta di asilo sono false o infondate”. Lo sostiene il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, a Palermo rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano notizie sui rimpatri degli immigrati clandestini entrati in Italia. ”Su questo argomento – aggiunge – vi e’ molta disinformazione. Quindi voglio chiarire che tutte le decisioni di rimpatriare alla frontiera gli immigrati sono prese individualmente. E vengono respinti nel loro Paese di provenienza solo quelli che non hanno un minimo titolo per rimanere. Chi ha invece un minimo titolo presenta domanda di diritto d’asilo, che poi viene esaminata”. Ma vi e’ anche un altro risvolto, spiega il ministro, che ”e’ quello che tutti coloro che vengono trattenuti qui, in attesa della risposta, in poco tempo spariscono. E quindi bisogna stare attenti a non confondere tutti quelli che hanno un minimo diritto per richiedre una domanda d’asilo e quelli che entrando in Italia, per poi raggiungere l’Europa, hanno invece l’idea di rimanere da clandestini, perche’ questo fenomeno genera soltanto manovalanza nera e criminalita”’. Il Consiglio italiano rifugiati (Cir) ha contestato il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, il quale oggi a Palermo ha affermato che il 92 per cento delle richieste di asilo non hanno fondamento. “Non e’ vero”, ha assicurato il direttore dei Cir, Christopher Hein, “al contrario possiamo constatare che lo scorso anno sono stati 3.131 i richiedenti asilo in Italia che hanno ottenuto protezione o come rifugiati o su base umanitaria. Sono stati invece 2.446 i richiedenti che non hanno potuto avere un colloquio con la Commissione, perche’ non avevano avuto notizia della convocazione”. Una situazione, quest’ultima, determinata “dalla mancanza di posti nei centri di accoglienza, che costringe le persone, durante la procedura -che ha una durata media di ben 18 mesi- ad allontanarsi dalla provincia di presentazione della domanda”. L’Italia, ha sottolineato il Cir, “avrebbe dovuto recepire la direttiva europea entro il 5 febbraio 2005, e quindi potenziare i centri d’accoglienza. Il decreto legislativo che dovra’ adeguare l’Italia alla normativa europea e’ stato messo all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio dei ministri, ma non e’ stato ancora approvato”.


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