Sostenibilità

Habitat, specie, reti: così il parco fa il suo mestiere

Analisi dei meccanismi che influiscono sulla vitalità di un ecosistema.Che un’area protetta non può ignorare (di Fabrizio Bulgarini e Franco Ferroni*)

di Redazione

Il termine biodiversità è intrinsecamente legato alla piena espressione della vita sul nostro pianeta. L?approccio ecoregionale, adottato dal WWF, è concepito per indirizzare gli sforzi di conservazione nella direzione della tutela della biodiversità, che è alla base della costruzione della visione globale (lo scenario desiderabile) di una ecoregione. Per raggiungere gli obiettivi legati alla conservazione della biodiversità favorendo auspicabilmente applicazioni secondo uno sviluppo sostenibile, un approccio efficiente potrebbe essere l?analisi dei meccanismi che influiscono, sia in termini positivi che negativi, sulla vitalità di un ecosistema. L?obiettivo finale di ricostituire la vitalità di elementi naturali altamente degradati, così come di preservare l?integrità di quelli non ancora gravemente compromessi dall?azione antropica, dovrebbe essere raggiunto attraverso un ausilio dalle singole popolazioni alle intere comunità. Tuttavia, spesso, deve essere accettato un compromesso tra la completa preservazione della diversità biologica e la vitalità dell?ecosistema originario da una parte, e la soddisfazione delle necessità immediate e a lungo termine delle popolazioni umane dall?altra. La conservazione di specie rare o in pericolo è parte integrante dei piani di conservazione della vitalità dei vari ecosistemi, gioca un ruolo chiave all?interno delle strategie di protezione ambientale e la sua attuazione non è esente da diverse problematiche, come il fatto che molte specie endemiche si trovino in siti localizzati che per la loro posizione non possono essere inclusi all?interno di grandi riserve: la conservazione di tali specie richiede quindi degli specifici piani d?azione. Per ottenere una rigorosa ed effettiva strategia di conservazione ecoregionale dovrebbero essere presi in considerazione cinque ambiti in cui individuare gli obiettivi di conservazione della biodiversità: il primo è costituito dalle comunità, habitat e associazioni di specie (unità distinte di biodiversità), con particolare attenzione alla salvaguardia di aree di straordinaria ricchezza biologica, di endemismi, di elevata unicità tassonomica o di fenomeni ecologici ed evoluzionistici inusuali. La particolare combinazione di unità che deve essere rappresentata in ciascuna strategia ecoregionale dipenderà da vari fattori, tra cui le proprietà caratteristiche di ciascuna ecoregione e la disponibilità e la qualità delle informazioni sulla biodiversità della ecoregione. Il secondo ambito comprende larghe estensioni di habitat e biotopi integri. Studi empirici hanno dimostrato che larghe estensioni di habitat naturali integri sono essenziali per la conservazione dell?insieme di specie, habitat e processi naturali. Tuttavia biotopi ed ecosistemi integri si stanno rarefacendo progressivamente in tutto il pianeta. In particolare, i super-predatori e i grandi vertebrati in generale stanno scomparendo rapidamente in molte ecoregioni come conseguenza di disturbi di origine antropica che distruggono e frammentano gli habitat naturali riducendo drasticamente le popolazioni appartenenti a specie vulnerabili, a causa soprattutto del sovrasfruttamento delle risorse naturali. Terzo ambito: ecosistemi, habitat, specie o fenomeni chiave. Su scala ecoregionale, alcuni tipi di habitat possono esercitare una importante influenza sulla biodiversità degli habitat circostanti e dell?intero ecosistema. La loro conservazione e il loro ottimale funzionamento in senso ecologico potrebbe avere una importanza critica per molte specie e processi ecologici nelle aree circostanti. Per esempio, le associazioni di mangrovie hanno dei forti legami ecologici con le comunità terrestri, marine e di acque interne con cui interagiscono. Altri habitat dotati importanti in tal senso sono le barriere coralline, le foreste a galleria delle savane, le sorgenti di acqua dolce nei deserti, e le foreste pluviali. Fenomeni quali gli incendi di origine naturale hanno anch?essi un ruolo sostanziale nel mantenere le comunità biologiche nel miglior stato di salute possibile. Infine alcune specie, come ad esempio i castori o gli elefanti, possono avere un ruolo simile in quanto possiedono una forte influenza sulla struttura e sulla integrità delle comunità naturali in intere ecoregioni. Quarto ambito: fenomeni ecologici su larga scala. La conservazione di distinti processi ecologici su larga scala, come ad esempio le migrazioni animali che interessano interi emisferi, richiedono una serie di sforzi di conservazione applicati a diversi livelli e su vaste aree a distribuzione continentale. Habitat o siti che non sono particolarmente ricchi in diversità biologica o endemismi, o che non risultano particolarmente intatti possono comunque giocare ancora un ruolo chiave per le specie migratorie. Quinto e ultimo ambito: specie di particolare interesse. Alcune specie sono state pesantemente perseguitate dall?uomo, o sono diminuite in senso numerico per altri motivi o infine hanno richieste ecologiche specifiche e corrono il rischio di essere trascurate da un approccio di tipo Erc, che non dà grande risalto agli sforzi di conservazione rivolti a singole specie, preferendogli un tipo di strategia più globale. Tuttavia, in molte ecoregioni, la conservazione di popolazioni di specie sensibili e vulnerabili e dei loro habitat ha assunto un ruolo centrale nella strategia Erc grazie al ruolo focale giocato da queste specie nel mantenere integre le caratteristiche naturali di tali ecoregioni. La necessità di garantire connessioni vitali tra aree protette isolate all?interno di una matrice costituita da territori antropizzati ed ecologicamente alterati ha portato all?idea di costituire le reti ecologiche. Si cerca quindi di realizzare un progetto diffuso che integri la presenza di ambienti naturali con altri elementi che emergono dalla lettura del paesaggio antropizzato e dalle vocazioni ed opportunità del territorio. È evidente che lo strumento delle reti ecologiche non può che essere una delle fondamentali vie per assicurare la tutela della biodiversità a lungo termine. Il ruolo degli enti di gestione delle aree protette dovrebbe essere quello di attori attivi nella conservazione attraverso interventi di gestione delle varie componenti della biodiversità (habitat restoration, wildlife management, ecc.) soprattutto attuando azioni che contribuisco al raggiungimento di obiettivi definiti su aree vaste (ecoregioni), piuttosto che mettendo in campo azioni singole di respiro locale. Estremamente importante appare la pianificazione di interventi di tutela inseriti nella pianificazione del territorio circostante, in modo da costruire un sistema di interventi, attuati attraverso strumenti di gestione diversificati, ma che contribuiscono al raggiungimento di obiettivi di conservazione unici. * programma di conservazione wwf italia Nomine discusse Addio competenza? È divampata, nelle scorse settimane, la polemica sulla nomine dei dirigenti degli enti parco italiani da parte del ministro dell?Ambiente, Altero Matteoli. Secondo chi ha criticato le scelte del ministro, circa la metà dei presidenti dei parchi sono stati scelti da Matteoli all?interno del proprio partito (Alleanza nazionale) e, salvo rare eccezioni, senza che abbiano esperienza di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile. Questa la nota diramata dal WWF Italia in merito alla vicenda: «Diamo ragione al ministro Matteoli quando giustamente si ribella alle illazioni rispetto alle nomine dei presidenti degli enti di gestione dei parchi nazionali targati con tessera di partito. Diamo ragione al ministro quando si preoccupa di sottolineare l?importanza di giudicare la qualità del loro operato: ma è la sua stessa teoria a dargli torto. Infatti, non ci risulta che tra le nuove nomine ci siano figure esperte, professionalmente preparate in materia, rappresentative e non solo a livello locale. Quello che il WWF non può che denunciare è una sorta di deriva della reale missione dei parchi, penalizzati anche da ingiustificati commissariamenti, dalla mancanza di strumenti essenziali di gestione, e da un taglio costante delle risorse finanziare per la gestione (come nell?ultima manovra correttiva alla Finanziaria che ha decurtato del 7-8% i fondi per le aree protette nazionali). Su quella che è ormai un?emergenza il WWF sta preparando un libro bianco di denunce e proposte». Info: www.wwf.it/parchi


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA