Volontariato

Il mio vicino di banco

Classi del Nord e del Sud del mondo in collegamento. Con tanti scambi e anche viaggi. E un’incognita: il gap informatico.

di Emanuela Citterio

«Il mio piatto preferito è il riso con il pesce». Nell?aula affollata, a rompere il silenzio è una piccoletta con le treccine. «Qui da noi mettiamo il piatto in mezzo e mangiamo tutti insieme», precisa un ragazzo più grande, «invece in Italia ognuno ha la sua pizza». Senegal, periferia Nord-Est di Dakar. I bambini della scuola di Doro Sy sanno che esiste un paese che si chiama Carvico, in provincia di Bergamo. Lì ha sede la scuola gemella con cui comunicano via internet. Doro Sy, insieme ad altre tre scuole dello stesso dipartimento, è uno dei due nodi africani di Giangukai, un?iniziativa dell?Unione europea che ha messo in comunicazione due Paesi europei, l?Italia e la Gran Bretagna, con quattro Paesi del Sud del mondo: l?Uganda e il Senegal per l?Africa, più l?India e il Brasile. Il gemellaggio è virtuale: sul sito www.giangukai.org 30 scuole elementari si scambiano disegni su uno stesso tema: dalla famiglia al cibo, dai giochi preferiti fino a temi legati allo sviluppo, come l?uso dell?acqua nel proprio Paese. Il progetto è nato soprattutto per sensibilizzare i bambini europei, mettendoli in grado di conoscere la realtà dei propri coetanei nei Paesi del Sud del mondo. A fare da trait d?union sono due organizzazioni non governative: Cesvi e Save the Children. Il 23 maggio tocca alla città di Milano accogliere la delegazione di bambini, insegnanti e genitori provenienti dai Paesi coinvolti. All?altro capo di questo ponte interculturale, «le scuole senegalesi si barcamenano fra molte difficoltà», ammette Mamadou Gueye, presidente dell?associazione Asdob che coordina il progetto a Dakar. «Nessuna scuola qui aveva il computer, in alcune manca il materiale didattico e servizi sanitari adeguati». Problemi più urgenti. «Nonostante ciò abbiamo fatto di tutto per far vivere questo progetto», aggiunge Gueye, «crediamo possa essere uno stimolo per migliorare». In terza elementare, l?insegnante Ibrahima Diagne ripercorre insieme ai bambini le differenze fra la famiglia italiana e quella senegalese: nucleare la prima, allargata la seconda. Nella scuola di Medina Gunas, i disegni che compaiono sul sito internet di Giangukai vengono realizzati durante l?ora di educazione artistica, è poi Asdob a trasferirli su internet. Nel plesso scolastico di Khali Madiakhaté, invece, le classi accedono a turno direttamente al computer donato dall?Unione europea. Ma per tutte le quattro scuole il problema è lo stesso: pagare la connessione internet. «Non abbiamo i fondi, così abbiamo deciso di unirci e di mandare una lettera al ministero dell?Istruzione per chiedere un sostegno», dice il preside di Khali Madiakhaté. Che per tre volte raccomanda di portare i saluti agli insegnanti di Capovalle, in provincia di Brescia. E che ancora non si capacita: «La nostra scuola ha 1.200 allievi, tutto il paese di Capovalle solo 400 abitanti».


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