Volontariato

Rai: Commissione vigilanza ha scelto 7 nomi

Ora il Tesoro dovrà nominarne altre due

di Redazione

La commissione di Vigilanza, dopo una lunga serie di fumate nere, ha finalmente nominato i sette nuovi consiglieri d’amministrazione della Rai. A viale Mazzini siederanno Carlo Rognoni per i Democratici di sinistra, Sandro Curzi per Rifondazione Comunista, Nino Rizzo Nervo per la Margherita, Giuliano Urbani per Forza Italia, Gennaro Malgieri per Alleanza nazionale, Marco Staderini per l’Udc e Giovanna Bianchi Clerici per la Lega Nord. Come promesso, dunque, il Parlamento ha presentato all’azionista Tesoro la propria lista giusto in tempo per l’assemblea dei soci di domani alle 14. Un’assise convocata per approvare il bilancio Rai 2004, e che con ogni probabilita’ – cosi’ come prevede il codice civile – rimarra’ aperta in attesa che dall’esecutivo arrivino segnali certi sul nome del presidente della Rai e del nono consigliere (dovrebbe essere il consigliere uscente Angelo Maria Petroni). Una partita ancora tutta da giocare, che vede tra i protagonisti proprio il presidente della Vigilanza Claudio Petruccioli. È lui, infatti, il nomeche la Cdl – tramite Gianni Letta – avrebbe indicato all’Unione. Una mossa astuta, quella della maggioranza, che da settimane deve fronteggiare un veto dell’opposizione che chiede anche un direttore generale di garanzia. Sara’ difficile ora per l’Unione non votare (forse gia’ martedi’ prossimo) un diessino doc come Petruccioli. Del “ticket” – stando alle indiscrezioni – farebbe parte anche Alfredo Meocci. L’ex consigliere dell’Autorita’ per le Comunicazioni, benvisto da Silvio Berlusconi e gradito all’Udc, dovrebbe ricoprire dunque il ruolo di direttore generale. Ora l’Unione, e presto ci sara’ un vertice sull’argomento, dovra’ decidere se tenere duro o se accontentarsi solo di un presidente di garanzia, oltre che del tanto agognato nuovo cda. Rinunciando pero’ al direttore generale bipartisan: una figura non prevista dalla legge Gasparri e che sembra davvero difficile da individuare. Tra un anno, quando e se l’Unione dovesse vincere le elezioni politiche, avrebbe pero’ tutto il diritto (anche politico) di scegliersi un nuovo direttore generale. Se dovessero pero’ spuntarla gli oltranzisti all’interno del centrosinistra, sara’ difficile per Petruccioli ottenere i fatidici 27 voti a San Macuto. Salvo clamorose spaccature, naturalmente, magari proprio all’interno dei Ds. A quel punto si profilerebbe un nuovo stallo, e i segnali che arrivano dal palazzo non sono certo incoraggianti. La Rai rischia di rimanere con due cda dimezzati. Non certo una bella prospettiva per un’azienda che si accinge alla presentazione dei palinsesti autunnali e alle prese con scelte strategiche determinanti.


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