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Riforma Codice militare: cos’è successo, le prime reazioni

Governo battuto. Sospeso l'esame del provvedimento. Il Disegno di Legge piace solo al Ministro della Difesa, Antonio Martino. Le prime reazioni dalla società civile

di Giulio Leben

Governo battuto alla Camera su un emendamento Ds al disegno di legge delega per la revisione delle leggi penali militari di pace e di guerra n. 5433. L’emendamento è passato a voto segreto con 225 sì, 200 no e tre astenuti. Presentato dalle parlamentari Silvana Pisa (Ds) e Elettra Deiana (Prc), è stato il primo di una serie su cui la presidenza della Camera ha ammesso il voto segreto. La sua approvazione è stata salutata da un fragoroso applauso dai banchi del centrosinistra. Incriminati gli articoli 72, 73 e 74, la cui approvazione comporterebbe l?utilizzo del Codice Penale Militare di Guerra in missione, anche per i civili (volontari, Ong in missione umanitaria e giornalisti), con grosse restrizioni di libertà di informazione. In altri termini, secondo il disegno, sarebbero oltre modo limitate (fino a pene di 20 in carcere) le possibilità di dovulgazione di informazioni a chi partecipa, civile o militare, alle missioni internazionali italiane. L’emendamento prevede, invece, l’utilizzo sempre e comunque del Codice di Pace in occasione delle missioni internazionali italiane. Costringendo di fatto il “congelamento” del disegno di legge così come è stato presentato ed emendato oggi. Alla ripresa dei lavori, infatti, lo stesso sottosegretario alla Difesa Francesco Bosi ha affermato: “a fronte dell’approvazione dell’emendamento Pisa si creano problemi di rilettura e di ricostruzione dell’organicità del testo; per questo è necessaria la sospensione dell’esame del provvedimento, che sarà ricalendarizzato quando deciderà la conferenza dei capigruppo”. Il presidente Pier Ferdinando Casini ha preso atto della richiesta, sottolineando che “avendo diversi decreti legge in scadenza non è possibile prevedere quando il testo potrà essere nuovamente inserito nel calendario dei lavori”. Nel corso del voto segreto l’esecutivo è stato sconfitto con 225 voti delle opposizioni e quelli di almeno 18 franchi tiratori, contro 200. Forti le assenze nei banchi della maggioranza: Forza Italia era presente al 75 per cento, An al 57 per cento, Lega al 46 per cento e Udc al 41 per cento. Le prime reazioni dalla campagna Ostinati per la Pace ”Una prova di democrazia quella data oggi dal Parlamento che ha bocciato la riforma dei codici militari”. Lo afferma Cosimo Tartaglia, presidente dell’Osservatorio Militare commentando l’affossamento definitivo della legge. ”Eravamo gia’ pronti per ricorrere a Bruxelles -aggiunge- ma riteniamo che questo atteggiamento voglia rappresentare una svolta nell’affrontare problematiche militari che da questo governo tanti si aspettavano, poco avevendo ricevuto”. ”Grande soddisfazione” per lo stop e’ stata espressa inoltre da Medici senza frontiere: con la sua approvazione, infatti, si sarebbe ”ridotta notevolmente la possibilita’ di intervento delle organizzazioni umanitarie”. Nei giorni scorsi Msf aveva inviato una lettera a tutti i parlamentari, evidenziando i rischi contenuti nel progetto di legge, discusso e ‘bloccato’ oggi alla Camera, e sottolineando come la sua approvazione avrebbe reso automatica l’applicazione del codice di guerra a qualsiasi missione, comportando ”un progressivo mutamento delle nozioni di pace e di guerra, e una confusione dei ruoli tra personale militare e quello civile operativo in situazione di conflitto”. E per questo Msf aveva chiesto ai parlamentari ”di analizzare tutti gli aspetti che avrebbero messo a repentaglio l’indipendenza e l’imparzialita’ delle organizzazioni umanitarie”. ”Con grande soddisfazione – dichiara Stefano Savi, direttore generale di Msf Italia – constatiamo che la politica italiana inizia ad interrogarsi sui pericoli della confusione tra azione umanitaria e intervento militare”. E soddisfazione infine anche da parte di Rete di Lilliput Roma, che ha seguito la campagna in prima persona. “E’ una grande vittoria, ma soprattutto una grande alleanza quella che ha fatto pressione sul Parlamento” ha detto Emanuele Missineo “non si tratta infatti solo di un’istanza pacifista, ma di una sfida civile a cui hanno aderito, oltre a tante associazioni, anche parte della magistratura, il sindacato militare Cocer, lo stesso oridne dei giornalisti, e parte della stessa maggioranza”. Maggiori informazioni sulla riforma:

  • Ostinati per la Pace
  • Rete Disarmo

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