Mondo

Kabul: Cairo, c’erano brutti segnali

Per il delegato della Croce Rossa Internazionale "tutti dicevano che con la primavera ci sarebbe stata un'offensiva da parte dei talebani. Purtroppo avevano ragione"

di Paolo Manzo

”C’erano segnali che la situazione stava peggiorando. Tutti dicevano che con la primavera ci sarebbe stata un’offensiva da parte dei talebani. Falliti i loro tentativi di riconquistare il territorio avrebbe messo in atto attacchi terroristici classici: bombe e rapimenti di occidentali in particolare. E purtroppo avevano ragione”. Lo ha affermato Alberto Cairo, medico da 13 anni in Afghanistan dove ha creato l’ospedale ortopedico della Croce Rossa Internazionale, in un’intervista al quotidiano ‘Qn’. ”Da tempo le ambasciate ci facevano avere degli allerta, ci invitavano alla prudenza – ha detto Cairo – in particolare ci consigliavano di variare tempi e orari degli spostamenti, soprattutto insistevano di non lasciare Kabul se non per strette ragioni di servizio e solo dopo attenta pianificazione. Noi della Croce Rossa abbiamo dei rigidi codici di comportamento: non possiamo uscire dopo una certa ora, prima di spostarci telefoniamo a chi ci attende e siamo comunque in contatto radio. Cio’ detto, a Kabul di liberta’ di movimento ce n’era abbastanza finora”. Per quanto riguarda la prpofanazione del Corano a Guantanamo, Cairo ha detto di ”non sapere se la storia e’ vera, ma la sola voce e’ stata una manna dal cielo per chi vuole sovvertire l’Afghanistan perche’ ha alzato la tensione in tutto il Paese”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA