Non profit

Quella doppia vittoria sul filo di lana

Reintegrata la +Dai -Versi nel testo originale. E rimandato lo stralcio sui fondi ai Csv. Ecco com’è andata.

di Ettore Colombo

Da un lato un manipolo di deputati (Maurizio Lupi – Forza Italia, Luca Volontè – capogruppo dell?Udc, e naturalmente Giorgio Jannone, primo firmatario della legge insieme al diessino Giorgio Benvenuto), e senatori (il forzista Mario Ferrara e il vicepresidente dell?Udc, Ivo Tarolli soprattutto). Dall?altro il Forum del terzo settore. Sono loro i protagonisti di due battaglie risoltesi – anche se il condizionale è d?obbligo perché il voto di fiducia chiesto dal governo martedì 3 maggio al Senato sul dl Competitività arriverà mercoledì mattina, a giornale chiuso -positivamente per il terzo settore. Una, la +Dai -Versi, che introduce la deducibilità fiscale delle donazioni. L?altra riguardava lo stralcio di un articolo (il 15) del disegno di legge che riforma la legge 266/91 sul volontariato, che una parte del governo voleva inserire nel dl sulla competitività. La proposta di riforma dell?articolo 15 prevedeva che metà dei fondi erogati dalle fondazioni di origine bancaria ai Centri servizio per il volontariato fosse destinata al servizio civile e a progetti valutati dai comitati di gestione dei Csv e non più solo a questi ultimi. L?articolo in questione – che aveva sollevato l?unanime opposizione di tutto il mondo dell?associazionismo, invece è tornato nel disegno di legge sulla competitività. Disegno che rischia di finire nelle sabbie mobili di tempi bicamerali lunghi e accidentati, dati anche i pessimi rapporti interni alla maggioranza. Come si è arrivati alla doppia vittoria? Sulla +Dai -Versi pesava il giallo delle modifiche apportate dalla commissione Bilancio del Senato, che, con un vero colpo di mano, aveva eliminato dal novero dei soggetti beneficiari le associazioni di promozione sociale. Gli interventi di Tarolli e Ferrara, oltre a quello di Lupi e Volontè, hanno fatto in modo che i funzionari del Tesoro riscrivessero, dietro richiesta diretta al sottosegretario Vegas, il testo nella sua dicitura corretta. Per quanto riguarda la scomparsa dei tagli al volontariato hanno pesato e non poco due fattori. Il primo riguarda la diffidenza del ministro all?Economia, Siniscalco (oltre che di Vegas) a inserire nel decreto legge norme che con la competitività non c?entrano nulla (a differenza della +Dai -Versi). C?è stato poi il pressing condotto dalla Consulta del volontariato e dal Forum del terzo settore (Patriarca in testa), che si sono ritrovati naturalmente l?opposizione di centrosinistra schierata compatta dalla loro parte. Ma che hanno anche saputo lavorare bene ai fianchi la maggioranza. Ha giocato però in modo decisivo anche l?opposizione decisa ai tagli sia della Caritas che della Consulta sociale della Cei. Anche l?Avvenire, quotidiano dei vescovi, aveva rotto gli indugi dedicando intere pagine a difendere la posizione del volontariato. La questione però nei fatti resta aperta. Infatti l?Ufficio nazionale per il servizio civile, che si sarebbe giovato della miniriforma, è in deficit di risorse; le fondazioni invece chiedono da tempo una diversa ripartizione dei fondi al volontariato e un ruolo più attivo dei comitati di gestione. Fondazioni. Dati record per le erogazioni del 2004 Un tesoro di 1.300 milioni più 15% in un anno Nel 2004 le erogazioni delle fondazioni di origine bancaria potrebbero attestarsi al di sopra dei 1.300 milioni di euro. Il dato deriva dalla proiezione sull?intero settore di quanto emerge dai bilanci relativi all?esercizio 2004 delle prime 16 fondazioni per dimensione del patrimonio, rappresentative del 73% del sistema. L?Acri, l?associazione di settore che ha svolto l?analisi in occasione della quinta Giornata della fondazione del 7 maggio, ha infatti registrato che le 16 fondazioni esaminate hanno deliberato erogazioni per un importo complessivo di 1.009,8 milioni di euro, in crescita del 14,7% sul 2003 (880,4 milioni di euro) nonostante il notevole aumento del carico fiscale, che è cresciuto sull?anno precedente del 270% (per le fondazioni esaminate è passato da 8 milioni di euro a 29,7 milioni di euro). Il 30,6% delle risorse è andato al sostegno dell?arte e delle attività e beni culturali. Seguono salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa con il 12,8%; educazione,istruzione, formazione con il 11,3%; ricerca scientifica con il 9,6%; filantropia e volontariato con il 9,1%; risorse destinate ai Fondi speciali per il volontariato in base alla legge 266/91 con l?8,2% (per le 16 fondazioni considerate ammontano a 79,8 milioni di euro contro i 75 del 2003); assistenza alle categorie sociali deboli e agli anziani con il 7,8%; sviluppo locale ed edilizia popolare locale con il 5%. Le risorse restanti, pari al 5,6% dell?intero budget per le erogazioni, sono andate agli altri settori ammessi, fra i quali si evidenzia la salvaguardia dell?ambiente con l?1,7%. Dallo studio dell?Acri emerge, inoltre, che nel 2004 la redditività netta media del patrimonio delle fondazioni è stata del 5,2% (sale al 5,6% considerando i proventi straordinari). Francesco Maggio


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