Non profit

Le locuste e le sanguisughe

Il presidente del partito socialdemocratico,Franz Muentefering, ha lanciato un j’accuse violentissimo contro il nuovo capitalismo.

di Giuseppe Frangi

Mentre la responsabilità sociale celebra il suo momento di gloria, non senza civetterie e una buona dose di retorica, dalla Germania arriva un segnale in inquietante controtendenza. Il presidente del partito socialdemocratico, Franz Muentefering, ha lanciato un j?accuse violentissimo contro il nuovo capitalismo. L?immagine a cui ha fatto ricorso per rendere meglio la sua visione delle cose è di quelle che non lasciano spazio alle sfumature: i nuovi capitalisti sono come le locuste. Cioè lasciano terra bruciata là dove passano. I socialdemocratici esprimono, per la seconda legislatura consecutiva, il cancelliere in Germania: e quindi ci si può immaginare l?imbarazzo di uno Schroeder, reduce peraltro da una drastica riforma del sistema di welfare che ha forse seppellito per sempre il sogno del capitalismo temperato di modello renano.
Nell?uscita di Muentefering sarebbe davvero riduttivo vedere una prospettiva ideologica. è più corretto leggere un drammatico allarme davanti a una realtà sociale assediata da forze che agiscono fuori da ogni controllo. Il capitalismo nella sua storia recente ha seguito il movimento del pendolo, oscillando tra il polo estremo di un garantismo che ne ha ingessato lo sviluppo, all?estremità opposta di una spregiudicatezza dove sono i profitti a dettare legge. Ebbene, che in quest?era addolcita dal tanto parlare di responsabilità sociale il capitalismo stia spingendosi, nelle sue oscillazioni, verso il polo della spregiudicatezza, è cosa che deve far riflettere. Certamente le accuse del leader tedesco riguardano in primis la realtà del suo Paese, dove i fondi d?investimento ?private equity?, soprattutto americani, hanno scorrazzato comprando aziende in difficoltà, strizzandone gli organici e rivendendole a valori moltiplicati. I risultati parlano di grandi guadagni, di aziende in parte rilanciate ma anche di un record di 5milioni di disoccupati: emblematico il caso – in realtà tutto tedesco – di Deutsche Bank che, mentre annuncia profitti per un miliardo di euro nel primo trimestre 2005, licenzia 6.400 persone. «Mi chiedo dove sia l?etica degli imprenditori», ha domandato Muentefering. «Lo Stato deve imporre dei limiti e farli rispettare».
E l?Italia? Avrebbe senso porre una domanda così al capitalismo italiano del 2005? Probabilmente no, se il riferimento è a situazioni estreme come quelle che sta vivendo la Germania. Non siamo ancora a quei livelli, anche se precariato e flessibilità in tanti casi si stanno rivelando moltiplicatori di profitti. Ma ci sono purtroppo tanti modi per lasciare terra bruciata dietro di sé. C?è il modello delle locuste. E c?è il modello delle sanguisughe: cioè di un capitalismo che si spartisce business tranquilli e ultragarantiti, che vive di rendita, che non produce innovazione, che non investe nulla nel futuro del Paese. E che magari si terrorizza e chiama alla crociata se la Cina importa a prezzi stracciati qualche milionata di mutande e reggiseni.
E allora, attenti a non straparlare di responsabilità sociale. Perché la prima responsabilità è quella di produrre lavoro e non decimarlo (vedi Germania) o sterilizzarlo dentro orizzonti senza futuro. Forse è venuto il momento di archiviare i bei documenti patinati, e di misurarsi di nuovo sulle idee, sulla professionalità, sulla voglia e la necessità di essere migliori. Il tempo delle belle chiacchiere è scaduto.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.