Welfare

Carcere, Castelli: “L’amnistia? Non può essere una resa”

Il ministro ha anche accusato la magistratura di ostacolare la sua lotta al sovraffolamento carcerario.

di Redazione

”Fin dal primo giorno del mio mandato da ministro sto combattendo contro il sovraffollamento delle carceri. Ho dato vita ad un programma di costruzione di nuovi penitenziari vastissimo, ma vedo che la magistratura sotto questo punto di vista mi attacca molto”. Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ospite oggi del ”Diario” di Maurizio Costanzo, riferendosi alle inchieste sui presunti illeciti per gli appalti riguardanti la costruzione di nuovi penitenziari. ”Vedremo – ha osservato il ministro – se e’ un attacco politico o se i fatti ci daranno ragione. Per diminuire la pressione ci muoveremo su due fronti: con la legge Bossi-Fini almeno 3 mila di loro potrebbero tornare nei loro paesi, ed entro i primi mesi del 2006 saranno disponibili 3 mila nuovi posti”. Per quel che riguarda le condizioni di vita dei detenuti, il ministro Castelli ha affermato: ”si puo’ privare un condannato della liberta’, ma non della dignita”’. Il ministro, nell’intervista ha ricordato anche il numero di detenuti che adesso e’ di 58 mila, ”e’ il record nella storia dello Stato italiano, molti di loro sono extracomunitari e condannati per droga”. Parlando poi del ”sistema giudiziario italiano”, Castelli ha osservato che ”non e’ vero che la giustizia va malissimo: ogni anno abbiamo 5 milioni di nuovi processi e riusciamo a definirne piu’ di quanti ne sopravvengono. C’e’ un pregresso enorme di arretrato sia nei procedimenti civile che in quelli penali, adesso – ha aggiunto – le situazioni piu’ preoccupanti riguardano la Corte d’Appello e la parte penale del giudice di pace. Comunque dobbiamo segnalare una inversione di tendenza e il merito va sia al personale, sia ai magistrati e un po’ anche al governo”. Sull’amnistia, tema sul quale Castelli e’ molto determinato, il ministro ha osservato: ”e’ un provvedimento nobile in alcuni casi. Sono pienamente d’accordo, per esempio, con l’amnistia che concesse Togliatti perche’ rappresentava un modo per tirare una riga sul passato e iniziare una nuova era. In quel caso non fu solo giusta ma, direi doverosa. Se invece l’amnistia – ha aggiunto – e’ l’affermazione per cui lo Stato non e’ in grado di gestire la situazione dei detenuti, diventa una resa”. Ad una domanda di Costanzo relativa alla situazione del supercarcere di Sulmona, dove si sono verificati 6 suicidi in 18 mesi, Castelli ha replicato: ”sono andato personalmente a Sulmona per verificare cosa stesse accadendo e ho trovato un penitenziario in condizioni nettamente migliori della media delle carceri italiane; i detenuti alloggiano in celle singole o al massimo doppie, il personale mi e’ sembrato motivato, appassionato e competente e la citta’ collabora molto con il penitenziario. Questo stato patologico del carcere di Sulmona – ha sottolineato Castelli – e’ da attribuire principalmente a due cause: innanzitutto dobbiamo considerare che e’ un penitenziario di alta sicurezza, ed essendovi detenuti criminali pericolosi sono previste condizioni piu’ dure rispetto alla media degli altri penitenziari. In secondo luogo ci sono anche numerosi detenuti con problemi psicologici. Per risolvere quest’ultimo problema – ha concluso – abbiamo immediatamente variato la composizione della popolazione del carcere, ma per vedere risultati completi dovremo aspettare almeno un anno”.


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