Famiglia

Genitori di serie B? No, grazie

Ottenere la modifica dell’articolo 37 del ddl riguardante l’anonimato dei genitori biologici

di Giampaolo Cerri

Un appello per la ratifica della Convenzione dell?Aja arriva anche dall?Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive affidatarie), che ha raccolto oltre 3.000 firme in una petizione al Parlamento. Con un?importante sottolineatura: ratifica sì, ma con la modifica dell?articolo 37, che riguarda l?anonimato dei genitori biologici. «Cara Livia Turco, hai ridotto noi genitori adottivi a percentuali di padri e di madri. Insomma ci hai ridotti a degli allevatori», accusa Francesco Santanera dell?Anfaa. Ma il suo è soltanto un riassunto delle osservazioni contenute in centinaia di lettere di genitori e figli adottivi che protestano perché nel disegno di legge 2545, con cui si ratifica appunto la Convenzione dell?Aja, è contemplata l?evenienza che adottato e famiglia di origine possano conoscersi. Insomma che i genitori biologici possano improvvisamente ricomparire, e in forza di una legge, nella vita dei figli adottati, trasformando di fatto l?adozione in un lungo affido pluriennale. «Siamo favorevoli alla ratifica», chiarisce Frida Tonizzo, segretario nazionale Anfaa, «anzi, la richiediamo con urgenza in modo che finalmente cessi l?attuale mercato dei bambini stranieri». A preoccupare l?Anfaa è la genericità di alcune formulazioni inserite nel disegno di legge, come quella contenuta nel quarto comma dell?articolo in questione: «Le informazioni concernenti l?identità dei genitori biologici», vi si legge, «possono essere fornite ai genitori adottivi o all?adottato maggiore di età, solo se sussistono gravi e comprovati motivi, su autorizzazione del Tribunale dei minori». Non indicare le precise motivazioni, dicono le famiglie adottive, equivale ad acconsentire a qualsiasi richiesta. «E l?esperienza insegna che dalla conoscenza dei genitori d?origine possono derivare conseguenze negative per i figli adottivi» incalza la Tonizzo. Preoccupazione condivisa anche dai figli: «Prevedere che l?adottato possa cercare chi lo ha generato», osserva Giovanni Viarengo, «mi pare mettere in dubbio il suo diritto a essere pienamente figlio di chi lo ha accolto». C?è la sensazione di esser considerati genitori e figli di serie B, e che il primato del vincolo di sangue – disconosciuto già dalla legge del ?67 e poi dalla 184/83 – più o meno sottilmente riaffiori.


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