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Coop sociali: Iva, regole da rivedere
La possibilità per le cooperative sociali di tipo A e per i loro consorzi di applicare lIva al 4% era un orientamento comune. Il comma 467 della Finanziaria stabilisce vincoli.
Era stato invocato per fare chiarezza, per dare certezza giuridica a quello che nella pratica era un orientamento comune. Si è trasformato invece in un pastrocchio giuridico. L?intervento sul regime Iva delle cooperative sociali di tipo A contenuto nella Finanziaria non va. Lo sanno bene i cooperatori, sembra non preoccuparsene affatto il legislatore.
Il decreto legge sulla competitività che il Parlamento deve approvare entro il 15 maggio, rappresenta una delle poche occasioni – mancano infatti poco meno di 90 giorni effettivi di lavori parlamentari alla fine della legislatura – per correggere una norma che rischia di avere gravi ripercussioni proprio su quelle imprese che più hanno investito in sviluppo e innovazione. Federsolidarietà, l’associazione delle coop sociali aderenti a Confcooperative, ha approfittato del passaggio parlamentare del decreto sulla competitività per presentare un emendamento che modifica la norma dell?ultima Finanziaria che regola il regime Iva applicabile alle cooperative sociali che erogano servizi di natura socio-assistenziale.
«Il comma 467 della Finanziaria», spiega Milena Cannizzaro, coordinatrice di Federsolidarietà, «è dedicato alle cooperative sociali di tipo A e ai loro consorzi, cioè a quelle imprese che forniscono prestazioni socio-sanitarie ed educative . Il provvedimento prevede che per le attività di tipo sanitario, di diagnosi, cura e riabilitazione, ricoveri, nonché quelle educative, a partire dal primo gennaio 2005 si applichi l?aliquota Iva al 4%. Lo stesso comma definisce, inoltre, un tetto massimo di spesa di 10 milioni di euro annui».
La norma introdotta con la Finanziaria consente alle coop sociali di tipo A, quindi, di poter compensare l?Iva sugli acquisti con quella che ricevono per effetto del pagamento delle fatture emesse nei confronti dei committenti. In realtà il combinato disposto della legge 381/91, del dpr 460/97, nonché della circolare del ministero delle Finanze n. 168/98, consentiva già prima dell?entrata in vigore del comma 467 l?applicazione del regime Iva del 4% su tutti i servizi socio-sanitari ed educativi gestiti da cooperative sociali. Il comma della Finanziaria doveva solo riaffermare con certezza un orientamento consolidato. Invece ha posto limiti che danneggiano le stesse cooperative. Federsolidarietà punta l?indice sia sulla parte del comma che stabilisce che il nuovo regime decorre dal 1° gennaio 2005, cancellando di fatto l?orientamento che aveva regolato la precedente applicazione dell?Iva al 4% prima dell?entrata in vigore del comma, sia il limite di spesa di 10 milioni di euro annui.
«L?emendamento che abbiamo presentato», puntualizza la coordinatrice di Federsolidarietà, «punta a eliminare dal comma 467 la frase ?a decorrere dal 1° gennaio 2005? e il limite di spesa di 10 milioni di euro annui». «Se le modifiche proposte», conclude la Cannizzaro, «non dovessero essere accolte, molte coop sociali sarebbero costrette ad affrontare enormi difficoltà finanziarie, soprattutto quelle che più hanno investito in progetti impegnativi che hanno garantito nel 2004 oltre 20mila nuovi posti di lavoro».
A che punto è
legge meduri al rush finale
Giorni decisivi nell?aula di Montecitorio per la proposta di legge n. 5141 che prevede una nuova disciplina dell?ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria. Questa proposta, che si presenta con un titolo neutro, contiene la trasformazione dei servizi sociali della giustizia in meri uffici amministrativi e di controllo. Inoltre, rischia di diventare un vero colpo basso nei confronti del volontariato in carcere. L?approvazione di questa norma è quindi vista come una iattura da tutto il mondo delle associazioni di volontariato carcerario.
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Celiachia: le nuove norme
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Ddl antisfruttamento, tempi brevi
Si annunciano tempi brevi per l?approvazione del ddl contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia infantile anche via internet. Il provvedimento salta il passaggio in aula per essere approvato in sede deliberante dalla commissione Giustizia della Camera. La richiesta è stata presentata da tutti i gruppi presenti in commissione. Il testo approvato nasce dal lavoro dei commissari sul ddl governativo e sulle proposte di legge presentate a Montecitorio. Tra le novità, l?esclusione del patteggiamento per questi reati.
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