Cultura

Noi di Kanimbambo

Un anno dopo il viaggio in Mozambico, i“ragazzi di Veltroni” hanno dato vita ad una onlus.Il cui nome significa“grazie”

di Emanuela Citterio

Maputo, ottobre 2004. Serata di danze africane al Centro culturale francese. Giulia, 17 anni, si lamenta con Walter Veltroni: «Noi siamo venuti qui in Mozambico per quattro giorni, e allora? A me sarebbe piaciuto capire di più, instaurare relazioni con le persone». La pensano così anche gli altri studenti romani, un centinaio, durante il viaggio Roma-Maputo, andata e ritorno, organizzato dal sindaco di Roma, nell?ottobre scorso, nell?ambito di un progetto di cooperazione con il Mozambico che durante l?anno scolastico aveva coinvolto quattro licei di Roma. Così, al ritorno dall?esperienza africana, quasi ottanta giovani hanno deciso di andare avanti, dando vita a un?associazione: Kanimbambo. Che 22 al 27 maggio parteciperà alla manifestazione Italia-Africa a Roma «Kanimbambo vuol dire grazie, una parola che abbiamo sentito e detto spesso in Mozambico», spiega il giovane presidente Luca Frasca, 20 anni, iscritto a Geologia. «Siamo 78 soci, sia liceali che universitari. Il nostro scopo è portare avanti progetti di cooperazione con il Mozambico, ma anche continuare a interessarci dell?Africa creando un canale di comunicazione con questo continente». I giovani pro Maputo hanno già le idee chiare: «Abbiamo voluto costituirci in un?associazione indipendente dall?ambito scolastico, aperta a tutti», sottolinea il neopresidente, «anche se le scuole rimangono come referenti principali delle nostre attività di animazione». Sensibilizzazione in Italia e cooperazione con l?Africa sono le due priorità dei ragazzi di Kanimbambo: «I progetti sono molti, ma ci siamo divisi in gruppi e ognuno segue un aspetto». A Maputo l?associazione collabora con l?ong Movimondo per la ristrutturazione del centro di accoglienza per bambini orfani ?1° De Maio? e per la costruzione di una scuola a 40 chilometri dalla capitale. «In Italia facciamo animazione nelle scuole, attraverso laboratori interculturali e una mostra sul Mozambico», prosegue Luca. Un nome, nella lista degli animatori, spicca fra gli altri: Martina Veltroni, 17 anni, referente per le scuole elementari. A Roma, la neonata associazione collabora con l?assessorato alle Politiche scolastiche e con la cooperativa Armadilla, già attiva nell?educazione interculturale. Un aspetto particolarmente curato è la formazione. Presso la sede, in via Botero, è partito di recente un corso indirizzato ai giovani, soci e non, sui temi della cooperazione e della globalizzazione. Le lezioni, tenute da esperti, proseguiranno fino a fine giugno e sono propedeutiche per chi, la prossima estate, vorrà partire per fare volontariato in Mozambico. «Alcuni di noi torneranno a Maputo quest?estate, per un campo di lavoro della durata di 20 giorni», dice Luca Frasca, «e stiamo pensando di organizzare dei turni anche durante l?anno». e.citterio@vita.it Info: www.kanimbambo.it


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