Mondo

Se Zapatero cambia famiglia

La nuova legge entrerà in vigore a giugno.Per ora apre possibilità più teoriche che reali.Ma in Italia il mondo delle associazioni è compatto per il no...

di Gabriella Meroni

La Spagna di José Luis Rodríguez Zapatero è diventata la pioniera mondiale nel campo del diritto di famiglia: il 16 aprile la Camera spagnola ha approvato la legge che entro l?estate consentirà a persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare bambini. La modifica dei 16 articoli del Codice civile è passata con 183 voti a favore, 136 contrari e 6 astensioni e ora andrà al Senato (ma sulla sua approvazione non ci sono molti dubbi), per poi tornare alla Camera ed entrare in vigore, probabilmente entro giugno. I cambiamenti più importanti prevedono la sostituzione delle parole «marito e moglie» con «coniugi» e «padre e madre» con «genitori»; il nuovo articolo 44 inoltre stabilisce che «il matrimonio avrà gli stessi requisiti ed effetti quando i contraenti siano dello stesso o di differente sesso». Requisiti ed effetti che non tralasciano uno degli elementi fondanti del matrimonio: la prole. Giusto o sbagliato? La questione, in Spagna e altrove, infiamma gli animi. Nei discorsi e nei pensieri, nei dibattiti televisivi come nei tinelli delle case si passano in rassegna le esigenze dei tanti bambini senza famiglia negli istituti, il limbo delle attese in cui si dibattono per anni le coppie di eterosessuali, il desiderio di maternità e paternità degli omosessuali, la loro capacità di dare e ricevere amore. Quanto alla legge, sancisce ma non garantisce. E la teoria che entra nei codici in pochi mesi, può metterci anni a diventare pratica. «In Europa non è mai avvenuto che una coppia di omosessuali riuscisse ad adottare bambini da Paesi stranieri», chiarisce Melita Cavallo, presidente uscente della Commissione italiana per le adozioni internazionali, massima autorità del nostro Paese in materia. «Le leggi che consentono le adozioni a coppie gay sono già operative in alcuni Paesi, per esempio Svezia e Olanda, ma ancora nessuna autorità giudiziaria o amministrativa ha ritenuto paritaria l?adeguatezza delle risposte di una coppia gay e una etero». In Spagna, del resto, come altrove è questo il punto più dibattuto: due genitori gay sono assolutamente uguali, per un bambino, a due eterosessuali? Se le autorità dei Paesi da cui provengono i minori da adottare continuassero a rispondere «no», c?è chi teme che con la recente riforma la Spagna perderà il record che detiene in Europa, dove è il primo Paese per numero di adozioni internazionali e il secondo al mondo, dietro gli Stati Uniti: nel 2004 a Madrid sono arrivati da Paesi esteri 5.541 bambini adottati (in Italia sono stati 3.398), con un incremento del 40% rispetto al 2003. Al secondo posto c?è la Francia, dove il 12 aprile scorso è iniziato il cammino parlamentare di una riforma della legge sulle adozioni che mira a renderle più facili, ma che ha bocciato in partenza l?ipotesi di ?aprire? ai gay. In Italia non si è arrivati neppure ai Pacs, la regolamentazione civile delle unioni di fatto in vigore da tempo Oltralpe, quindi l?ipotesi appare per il momento remota. Ma i responsabili degli enti autorizzati italiani, le organizzazioni che per legge accompagnano gli aspiranti genitori nel percorso dell?adozione, hanno già una posizione in materia, che sposta l?attenzione dalla coppia di aspiranti genitori (gay oppure no) alla felicità del bambino. «Attenti a non spostarsi verso una prospettiva adultocentrica, per cui le esigenze della coppia vengono prima di tutto», avverte Fiammetta Magugliani della Nova, Nuovi orizzonti per vivere l?adozione di Torino. «È proprio l?opposto. L?adozione è un diritto del bambino, non dell?adulto». E quindi? «Siamo contrari alle adozioni da parte di gay, ma non perché li riteniamo incapaci di crescere un figlio», spiega Marco Chistolini, psicologo del Ciai – Centro italiano aiuti all?infanzia. «Ci preoccupa invece lo stigma sociale che una coppia gay attira su di sé, e che sarebbe deleterio per un bambino adottato che deve già affrontare i tanti problemi connessi alla sua storia». E se qualcuno è più categorico («La coppia dev?essere formata da un uomo e una donna», dice Pasquale Massa, presidente dell?associazione Bambini di Chernobyl, di Teramo), c?è anche chi si chiede, come Maria Virgilito dell?Associazione solidarietà adozioni di Catania, «perché non partiamo dall?aprire le adozioni ai single». Ma la preoccupazione di Melita Cavallo sulle reazioni dei ?Paesi di provenienza? tiene banco, ed è lì che in tanti riportano la questione: «Prima di varare qualsiasi cambiamento legislativo bisognerebbe sapere come la pensano i Paesi stranieri», avverte Miriam Ramello, presidente dell?Associazione italiana per le adozioni di Roma, «perché se si oppongono e fermano le pratiche non risolviamo nulla. Anzi, complichiamo i già fragili rapporti con le loro istituzioni». I recenti casi di blocco totale delle adozioni da parte di Paesi come la Romania, ad esempio, bruciano ancora, e ultimamente anche la Russia, principale Paese di provenienza degli adottati in Italia e Francia, ha dichiarato di voler varare misure più restrittive nel settore delle adozioni all?estero. «Finché esisteranno coppie eterosessuali pronte ad accogliere bambini abbandonati, credo sia prematuro parlare di altri tipi di adozione», conclude Melita Cavallo, che però non chiude: «Certo, non è detto che questa situazione non possa cambiare. Noi magistrati dobbiamo esprimerci sempre in relazione alla realtà presente. Per il futuro, chissà». Hanno collaborato Paolo Manzo e Chiara Sirna I risvolti della riforma-Ma i giudici forse dicono no Il 1° ottobre 2004 il governo spagnolo, rispettando le promesse elettorali, ha dato il via all?iter parlamentare della legge che entro l?estate consentirà a persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare bambini, come gli eterosessuali. Il ministro della Giustizia Juan Fernando Lopez Aguilar, principale sponsor della riforma, ha spiegato così i motivi che hanno portato alla riforma dei 16 articoli del Codice civile iberico: «Con il matrimonio omosessuale si adempie il mandato costituzionale di eliminare le barriere di disuguaglianza e discriminazione». Ma il Consiglio generale del potere giudiziario (sorta di Csm iberico) ha espresso più di un dubbio sulla costituzionalità del testo di legge in quanto «il matrimonio o è eterosessuale o non è». Da parte sua il Tribunale spagnolo della famiglia ha assicurato che il tasso di omosessualità nei bambini che crescono con genitori dello stesso sesso è superiore al 30%, «una cifra assai maggiore della media».


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