Welfare

Federfarma attacca privatizzazione farmacie comunali

Con un sondaggio dimostra come il farmacista non debba diventare un negoziante come tutti gli altri

di Gabriella Meroni

I cittadini vogliono una farmacia sempre piu’ professionale e in grado di dare risposte alle loro esigenze di conoscenza e di salute, e non la “privatizzazione selvaggia delle farmacie comunali, destinata a consentire la creazione di catene di farmacie commerciali, il cui operato e’ volto a soddisfare la brama di profitto di alcune multinazionali e non certo le esigenze di salute dei cittadini”. Questo è il commento di Federfarma e Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani) ai dati di un sondaggio condotto da Bologna da Cosmofarma. Il riferimento dei farmacisti è chiaro: si criticano le acquisizioni di farmacie comunali da opera di grandi multinazionali straniere, tra cui fa la parte del leone la tedesca Gehe. Le risposte al sondaggio – secondo Federmarma e Fofi – devono far riflettere quanti sostengono la necessita’ di introdurre nel settore farmaceutico elementi di mercato che comporterebbero un’accentuazione degli aspetti commerciali dell’attivita’ delle farmacie. Ed ecco i risultati dal sondaggio: alla domanda su quali soggetti dovrebbero dare informazioni qualificate nel campo dei farmaci, il 90,4% dei cittadini indica il medico; il 75,8% indica il farmacista; il 46,5% vorrebbe campagne informative di tipo istituzionale (ministero, regioni o Asl); 46% indica il personale delle strutture sanitarie. Seguono, a notevole distanza, altri canali come trasmissioni TV, riviste specializzate e non, giornali ed altro. Interessanti anche le definizioni che sono emerse dalla ricerca sul ruolo attuale del farmacista e sulle aspettative circa il suo ruolo in futuro. Gli intervistati valutano il farmacista:un professionista che informa in maniera qualificata il cittadino (75,7%); che ascolta e da’ buoni consigli (74,9%); un punto di riferimento attivo per la salute del territorio (53,1%); fornitore di servizi aggiuntivi per la salute (consegna dei farmaci a domicilio, prenotazioni, visite ed esami, misurazione pressione eccetera) (44,6%). Tali percentuali aumentano se la domanda concerne non il ruolo attuale del farmacista, bensi’ quello che svolgera’ in futuro. Solo un terzo degli intervistati reputa il farmacista di oggi ”un professionista e un imprenditore nello stesso tempo” (la percentuale si dimezza se la domanda e’ riferita al ruolo futuro). Anche la risposta ”un negoziante come tutti gli altri” (18%) crolla al 5,7% se riferita al ruolo futuro.


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