Famiglia
Capitano dei bimbi
Franco Baresi in questa intervista racconta il perché del suo impegno a favore dei giovani delle periferie italiane e dei minori nei Paesi poveri.
Franco Baresi, classe 1960, è rimasto il timido e taciturno di quand?era il ?picinin? scartato dall?Inter perché troppo gracile. E oggi, dopo 716 partite e 20 stagioni in rossonero e in azzurro, dopo essere diventato uno dei simboli del calcio e di tutto lo sport, forse avrebbe preferito uscire di scena in punta di piedi, senza fare rumore. Ma allo stesso tempo ?il capitano? sa che lo sport aiuta a socializzare e a unire i giovani. E così ha lasciato che il suo addio al calcio giocato si trasformasse in una grande festa popolare, con una super-partita tra i campioni rossoneri degli anni ?80 e ?90 e quelli del resto del mondo, che si è svolta a San Siro martedì scorso.
«Ho voluto portare tanta gente allo stadio, coinvolgendo soprattutto le famiglie per creare un?atmosfera unica e particolare. Sono felice anche perché parte del ricavato verrà devoluto a favore delle attività dell?Unicef. In Africa George Weah è un eroe per i bambini, e anch?io ho voluto fare qualche cosa per aiutarli».
È stato lei, che si è occupato insieme al Milan dell?organizzazione della partita ?Baresi 6 per sempre?, a coinvolgere oltre ai suoi ex compagni Van Basten, Gullit, Virdis e Ancelotti, anche giocatori del calibro di Romario, Butragueno, Vialli, Sanchez e Koeman e a imporre prezzi popolari?
«Questa partita era l?occasione giusta per raccogliere fondi per contribuire a sopperire alle tante mancanze dei bambini meno fortunati. Durante la mia carriera, viaggiando in tournée, ho avuto modo di confrontarmi con realtà molto diverse dalla nostra. In sud America e in Cina, per esempio, ho visto tanta povertà, tanti bambini orfani vivere per strada, e questo mi ha fatto riflettere. Ci sono piccini a cui manca un tetto sulla testa, altri non hanno alcuna assistenza medica, altri ancora stanno morendo letteralmente di fame. Per tutti loro è ora di fare qualcosa di concreto».
Anche in prima persona. È per questo che come vicepresidente rossonero si è assunto la responsabilità dell?intero settore giovanile, e che – già papà di Edoardo – lo scorso anno ha adottato un bambino moscovita, Gianandrea, che oggi ha 3 anni?
«Un?esperienza importantissima. Se potessi farlo, ne adotterei altri. È chiaro a un bambino adottato devi dare il doppio di quanto dai a tuo figlio. L?affetto, il calore e il rapporto umano sono valori fondamentali, importanti per insegnare l?educazione e il rispetto verso gli altri».
Nonostante giri ininterrottamente l?Italia a caccia di nuovi talenti, capitan Baresi ha trovato il tempo per partecipare al primo colloquio con la maestra di Edoardo, che proprio di recente ha iniziato ad andare a scuola.
«Ho avuto una grande soddisfazione: mi ha detto che si vede che Edoardo è un bambino felice. Grazie al rapporto con i miei figli, ho imparato molte cose nuove. Secondo me non ci si rende conto di quanto i bambini possano cambiare la nostra vita. Io ad esempio sono diventato molto più aperto».
Campione di vita, in campo e fuori. L?ultimo numero 6 rossonero lascia un grande vuoto sportivo, ma in cambio inizierà a collaborare a un?iniziativa di tutela dei giovani nelle periferie che vedrà coinvolti i settori giovanili di Inter e Milan e il Comune di Milano. Inoltre scoprirà e insegnerà ai giovani talenti a diventare dei ?piccoli-grandi? Baresi. E di campioni puliti e idealisti come lui il calcio e lo sport tutto hanno disperatamente bisogno. ?
Ambasciatori
Weah per l?Unicef
Il 7 aprile scorso George Weah è stato nominato rappresentante speciale dell?Unicef per lo sport, primo calciatore a ricevere questo incarico. Tra gli sportivi che hanno collaborato e collaborano con Unicef ci sono anche Novella Calligaris, Daniele Masala, Pierluigi Marzorati, Gelindo Bordin, Andrea Gracis e Alberto Tomba. Nella motivazione della nomina di Weah (che ha anche il passaporto Onu) si legge tra l?altro che l?asso del Milan avrà il compito di «collaborare da vicino con l?Unaids, l?organismo che coordina le attività dell?Unicef contro l?Aids, occupandosi di mobilitare l?intera comunità del calcio perché assuma un ruolo maggiore nella prevenzione e nella cura dell?Hiv». Nella squadra Unicef Weah affianca personaggi dello spettacolo, come Roger Moore, Harry Belafonte, Peter Ustinov, Liv Ullman, Youssou?N?Dour e Vanessa Redgrave.
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