Sostenibilità

La sicurezza è la virtù degli intelligenti

Parla Luigi Sertorio, esperto di risorse e sviluppo.

di Sara De Carli

Lo State of the World e il suo guru, Lester Brown, lo dicevano dal 1978. Poi è arrivato il Nobel per la pace a Wangari Maathai, che lo ha portato sotto i riflettori del grande pubblico. E ora il rapporto del Millennium Ecosystem Assessment lo dichiara con forza: la sicurezza mondiale ha uno stretto legame con la salute dei sistemi naturali. Ecomondo ne parla con il professor Luigi Sertorio, fisico teorico, esperto delle interazioni tra scienza e società. Ecomondo: Professore, perché la strada per la sicurezza passa innanzitutto dalla protezione degli ecosistemi? Luigi Sertorio: La storia della specie umana in interazione con l?ecosistema Terra mostra due aspetti diversi e difficili da conciliare. Da una parte l?uomo ha sviluppato la capacità di interagire in maniera intelligente con la sfera inorganica, ossia l?ambiente fisico e chimico, e con la biosfera, ossia l?insieme di tutte le altre specie viventi: è un accumulo di conoscenze così vasto che oggi l?individuo è ben lontano dal capire in dettaglio il patrimonio di acquisizioni che ha a disposizione, si limita a essere erede di una saggezza ricevuta dai suoi antenati. D?altra parte le nazioni hanno dato, nel corso della storia, dimostrazioni di ignoranza colossale: sfruttamento irresponsabile delle risorse vegetali e minerali derivante da cattivo uso della scienza e del potere. Insomma forme di vita collettiva che si sono suicidate perché si sono poste in opposizione alla natura, o forse semplicemente hanno perso il contatto con la natura. Ecomondo: Qualche esempio? Sertorio: Alcuni studiosi hanno cercato di analizzare il perché della scomparsa della civiltà Maya; ebbene, sembra che una possibile concausa sia stata la centralizzazione del potere e la parallela inadeguatezza dell?accesso alle risorse naturali che erano prevalentemente agresti: l?estensione del territorio rese asfittico il flusso delle risorse alla capitale, e non venne in mente una ridistribuzione del potere in sottostrutture ben articolate e ugualmente efficienti culturalmente. Oppure ci si può domandare perché l?impero romano fu costretto a cercare risorse esterne in modo conflittuale: cosa mancava nell?interazione con il territorio della penisola italiana, che pure era stata la culla della civiltà romana stessa? Altri esempi studiati sono le irresponsabili deforestazioni, la sostituzione di colture ben collaudate con colture a resa immediata, le urbanizzazioni sproporzionate. Anche difficile da capire è questa recente forma di regresso: l?energia che in natura è portatrice di struttura e informazione sta diventando merce da consumare. Avviene che invece di attribuire un valore all?informazione si attribuisce un valore all?entropia. Ecomondo: Come possiamo quindi ridefinire il concetto di sicurezza? Sertorio: Purtroppo spesso si fa coincidere il concetto di sicurezza con difesa da un nemico. Sarebbe più interessante definire sicurezza come scambio di informazione, condivisione di cultura, comprensione congiunta dei fatti naturali. Ecomondo: Quali strade si disegnano per le agende dei governi? Sertorio: Cercare di sostituire alla prevaricazione la competizione; alle bombe la diplomazia. Non sono mica cose arcane: è esperienza di ognuno lo scoprire che la persona temuta e persino odiata, dopo averla conosciuta, si rivela spiritosa, divertente e anche amica. Non è sempre così, chiaramente; ma per gli individui intelligenti è spesso così. Ecomondo: Uno dei punti caldi è quello dell?accesso all?acqua: ci traccia un quadro della situazione attuale a proposito anche delle prospettive per il futuro? Sertorio: Il ciclo dell?acqua sulla Terra è di gran lunga il ciclo più importante. La potenza implicata nel processo globale di evaporazione, dal mare all?atmosfera, e precipitazione, dall?atmosfera al mare, è di oltre mille volte più grande della potenza implicata nel metabolismo globale dell?intera biosfera. Gli eventi catastrofici di cui si parla con paura, e che sono limitati nel tempo e nello spazio, se sono per così dire spalmati su tutta la Terra e su tutto l?anno diventano irrilevanti rispetto al ciclo globale dell?acqua. Quindi di acqua fluente ce n?è tantissima, ce n?è per tutti. È la cecità affrettata e ingorda di alcune nazioni che porta a una gestione malvagia del territorio e dei flussi naturali. Ecomondo: Gli accordi internazionali per la gestione congiunta dei bacini sono più dei conflitti sorti per gli stessi motivi: l?acqua è occasione di pace? Sertorio: Certo che sì, ci vuol poco a capirlo. Ma è anche evidente che l?umanità stenta a trovare le forme di governo giuste, che armonizzino il potere, che ci vuole, e la natura, che ci è data. Ecomondo: Quali sono le responsabilità e i compiti dei singoli cittadini, della società civile e delle imprese private? Sertorio: La parola ?imprese private? suona male parlando di beni naturali che appartengono prima di tutto alla biosfera e poi in particolare alla specie umana. È l?intelligenza della specie umana che deve essere messa in gioco, non la fede cieca in qualche retroazione del cosiddetto ?mercato?. Il denaro è bellissimo se usato come strumento di creatività da uomini intelligenti. Come si fa a fare scienza, arte, educazione senza denaro? Ma se è considerato come ente salvifico da uomini stupidi il denaro è la strada più breve verso la rovina della specie umana. Chi è/Best seller dall?universo Luigi Sertorio, nato nel 1953 a Torino, è professore di Ecofisica all?università di Torino. Ha lavorato al Cern di Ginevra, all?Institute for Advanced Study di Princeton e al Los Alamos Laboratory, ed è stato direttore di programma alla Divisione per gli Affari scientifici della Nato. Nel 2002 ha pubblicato La storia dell?abbondanza, che lo ha fatto conoscere al pubblico dei non specialisti, e in cui affronta il problema delle risorse energetiche e dello sviluppo tecnologico tenendo insieme gli aspetti economici, scientifici ed etici. Sempre per Bollati e Boringhieri è appena uscito Vivere in nicchia, pensare globale, sulla necessità di far interagire nella conoscenza nicchie diverse, proprio come fa l?universo.


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