La potenza dei violini, l?intreccio di fiati e chitarre, il ritmo tarantolato delle percussioni, gli scatti repentini del gipsy romeno. Fin qui tutto bellissimo, ma niente di nuovo. Ad aggiungere pepe alla formazione della Mahala Raï Banda è un matrimonio piuttosto inusuale: la banda, meticcia per formazione e vocazione, è nata nei sobborghi di Bucarest (la traduzione del nome suona ?Nobile Orchestra del Ghetto?), unendo pezzi della leggendaria banda rom Taraf de Haïdouks e veterani delle fanfare militari moldave, rimasti disoccupati dopo lo smantellamento dell?esercito. A dare una fisionomia a questa strana creatura, il violinista arrangiatore Aurel Ionita, il direttore Stéphane Karo e il mago dell?electro-gipsy sound Shantel. Il risultato è esplosivo: pura energia rom mischiata a jazz, rock, fino a funk e ska, portati in dote dai più giovani del gruppo. L?esperimento, contrariamente a quello che accade nelle peggiori riverniciature in chiave fusion, dà vita a un amalgama compatto, originale ed euforizzante.
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