Economia

Convention Cgm: presentato nuovo marchio Welfare Italia

Oggis econdo giorno della manifestazione nazionale del consorzio di coop sociali più grande d'Italia

di Francesco Agresti

È stato presentato stamattina, nella seconda giornata dei lavori della Convention di Montecatini, il nuovo marchio nazionale creato da Cgm, Consorzio nazionale della cooperazione sociale: Welfare Italia. Persone, comunità, servizi.

Il nuovo marchio riflette il crescente bisogno di welfare che non è più solo una necessità di fasce minoritarie della società, ma investe tutta la vita dell?individuo a partire dai giovani, dalla ricerca del lavoro e da quella della casa.

“Prima c?erano i benestanti e i poveri”, si leggge in comunicato. “Adesso la zona grigia è molto più estesa. Ma né il pubblico né il privato offrono vie d?uscite reali. Il primo infatti è accessibile dal punto di vista economico, ma ostacolato da una burocrazia snervante, il secondo invece pur garantendo efficienza è inarrivabile economicamente”.

Avvalendosi della consolidata esperienza e della capillarità territoriale di Cgm (79 consorzi territoriali, 1200 cooperative, 35.000 addetti, 1 miliardo di euro di fatturato aggregato), Welfare Italia si propone di dare una risposta concreta ai bisogni delle persone, fornendo servizi di qualità a un costo accessibile, attraverso un?alleanza forte e stabile con partner del settore pubblico e privato. “Facendosi promotore e garante di Welfare Italia ? ha spiegato nel corso della presentazione il presidente di Cgm, Johnny Dotti ? Cgm fa confluire le risorse, i metodi, le connessioni costruite in vent?anni di successi di un?impresa sociale a rete radicata su tutto il territorio nazionale, capace di offrire soluzioni innovative rispettando i valori fondamentali di fiducia, condivisione e cura”.

In quest?ottica di ampio respiro strategico, Welfare Italia intende rappresentare un sicuro punto di riferimento per i cittadini e un autorevole partner per gli enti locali, con l?obiettivo di realizzare assieme un modello avanzato di welfare coniugando solidarietà e capacità competitiva, abbassando il confine tra chi produce e chi riceve, creando inclusione e valorizzando il capitale sociale.

“Vi conosco da tempo e constato con piacere che avete fatto tantissima strada ? ha commentato il professor Pellegrino Capaldo, ex presidente della Banca di Roma, docente dell?Università di Roma ? In questi anni ho potuto apprezzare il vostro lavoro e lo spirito che vi anima? Voi sperimentate di continuo nuovi modelli organizzativi della produzione e, dunque, nuovi modelli di impresa: e in questo senso quel che voi fate dimostra, meglio di tante parole che cos?è ciò che si è soliti chiamare responsabilità sociale d?impresa? Va diffusa ? prosegue Pellegrino Capaldo – una cultura aziendale che abbia alla propria radice non, riduttivamente, la pur essenziale nozione di profitto, ma la consapevolezza che l?azienda è strumento universale per produrre su basi sistematiche e organizzate beni e servizi di qualunque tipo, anche quelli con forti connotazioni etico sociali”.

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