Non profit

Il boomerang di Zapatero

Il fondamentalismo come controprova produce intolleranza.

di Giuseppe Frangi

Forse Zapatero non lo sa, ma l?ostinazione con cui sta traghettando la Spagna verso un iperliberismo etico ha riacceso i fuochi del fondamentalismo che lui ha sempre combattuto. C?è del parossistico in quel suo spingere la legalità bel al di là di quello che è il sentimento della coscienza comune. Il fondamentalismo come controprova produce intolleranza: e la decisione di punire l?obiezione di coscienza degli amministratori che non se la sentono di applicare la nuova legge in vigore da giugno, è una decisione figlia dell?intolleranza. Si tratta di un?intolleranza uguale e contraria a quella che hanno subito per tanto tempo le coppie omosessuali, ostracizzate e impossibilitate a dare qualsiasi forma riconosciuta alla loro convivenza. E si tratta di un?intolleranza gratuita, visto che altrove in Europa sono state trovate con pazienza regole che, senza violentare il senso comune di una maggioranza, hanno raccolto i legittimi diritti di quella minoranza. Si veda il caso francese dove con l?approvazione nel 1999 dei Pacs, cioè il patto civile di solidarietà, è stata inserita nel codice civile una definizione di concubinaggio che riguarda le coppie omosessuali e che regolarizza la loro posizione, permettendo, per esempio, dichiarazione dei redditi in comune, congedi in caso di eventi gravi del partner, facilitazioni nella previdenza sociale. Questo ci è sembrato un modo pragmatico e intelligente di riconoscere dei diritti senza aprire spaccature profonde nella coscienza collettiva di una società. Naturalmente la legge francese si ferma sulla soglia della questione adozioni: non ne dà diritto, come non dà diritto all?esercizio congiunto della potestà genitoriale. Il motivo per cui Parigi si è fermata su questa soglia è molto semplice ed è anche questo nell?ordine del diritto: se esiste un diritto per le coppie dello stesso sesso legate affettivamente di veder riconosciuta la loro unione, ne esiste un altro dei bambini ad avere una famiglia con una madre e con un padre. Mettere il diritto di avere figli davanti a quello di avere una famiglia secondo un principio di natura, ci sembra una prevaricazione che caccia un?intolleranza legittimandone un?altra forse peggiore. Nessuno mette in dubbio la capacità di paternità di una persona omosessuale; né la carica affettiva di cui sono capaci (a chi ne dubitasse consigliamo di rivedere il bellissimo film di Ozpetek, Le fate ignoranti). Ma il non accettare il limite della propria condizione rischia di trasformare un amore in prepotenza. Rischia di cancellare quella che è la peculiarità di un rapporto omosessuale: il rispetto e la tenerezza piena nei confronti dell?altro. Di trasformare il giusto bisogno di stabilità nell?astrazione di quella che suona implacabilmente come una pretesa. Nessuno ha la verità in tasca e nessuno pensa che la storia dei costumi e delle regole sociali sia fissata per sempre. Ma prima di rompere quel legame che la natura ha stabilito tra la donna e suo figlio, andiamoci piano. Prima di trovarci in un mondo di figli fabbricati, dove l?artificialità diventa un?arma formidabile in mano al potere, pensiamoci. Non vorremmo che il fondamentalismo di Zapatero invece che dare risposta a un improbabile diritto, spianasse la strade (e le coscienze) in vista di un mondo dove i figli non sono nati da nessuno.


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