Economia

Convention Cgm: Pezzotta, modernizzare il nostro welfare

Lo ha detto il segretario della Cisl al termine della prima giornata della manifestazione del più grande consorzio di coop sociali italiano

di Francesco Agresti

Si è appena conclusa, all?interno dell?ottava Convention di Cgm, la tavola rotonda ‘L?innovazione del Welfare nel sistema Paese’, cui hanno partecipato Savino Pezzotta (Cisl), Maurizio Ferrera (Università di Milano), Tiziano Treu (Università Cattolica di Milano), Carlo Borgomeo (c. Borgomeo & co.). Di fronte al ridimensionamento dello Stato sociale e alle sempre più urgenti necessità del Paese, il più grande consorzio di cooperative sociali italiano si riunisce per discutere il proprio contributo a beneficio della collettività. Quale sarà la risposta delle imprese sociali al bisogno di servizi giustamente espresso dagli italiani, in questa fase di arretramento dello Stato sociale? Partendo da questi interrogativi si è affrontato il tema dell?innovazione del Welfare, secondo prospettive differenti. “Ho avuto sempre delle diffidenze sul mondo delle cooperative e delle imprese sociali. Una diffidenza reciproca, ormai superata”, ha detto il senatore Tiziano Treu, ex ministro del lavoro, il quale a proposito dello stato sociale ha aggiunto, “credo che la Pubblica Amministrazione debba continuare a tenere il timone del Welfare, anche per un problema di distribuzione delle risorse”. “Se ci fosse un cambio di governo cancellerei integralmente un passaggio della legge 30, la cosiddetta Biagi: quello che riguarda il parcheggio dei lavoratori disabili. Ripartirei dalle politiche familiari, dal problema della casa in particolare”. Sull’impresa sociale ha aggiunto: “A mio parere i punti di forza sono rinvenibili nella capacità di selezione e identificazione di nuovi bisogni da una parte e nella flessibilità organizzativa dall?altra. Attenzione però la flessibilità si può tradurre in precariato”. Savino Pezzotta, segretario generale Cisl, ha insistito soprattutto su un altro punto: in Europa ci sono due modelli di welfare: quello dell?Ovest, ricco e universalistico; l?altro dell?Est, povero ? non occorre renderli armonici e coerenti. “Il problema di fondo che dobbiamo porci, che la politica non si è ancora posto, è che tipo di crescita vogliamo avere. È cambiato il mercato del lavoro, la società è invecchiata. Il sindacato in questo gioca in difesa e non in attacco e forse sbaglia. Dovrebbe pensare in termini di tutela e di garanzie, adeguando il nostro sistema di welfare a quello che sta accadendo”.


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