Economia

Dalle pagine del bilancio un di più di partecipazione

Il coinvolgimento non è semplice verifica del gradimento da parte degli utenti. Ma è chiamarli a un ruolo attivo anche nella progettazione.

di Redazione

Un bilancio sociale aggregato che dà conto dell?attività svolta sia dalla struttura consortile che da tutte le coop consorziate. Quello realizzato da Gesco, consorzio di Napoli che riunisce 33 cooperative sociali, è un documento realizzato con il contributo fattivo di tutti gli stakeholder ai quali vengono cedute «fette di potere decisionale», come le definisce Sergio D?Angelo, presidente del consorzio partenopeo. «Un processo di partecipazione», sottolinea, «richiede anche il riconoscimento di quote di potere di responsabilità reale ai vari soggetti che devono poter incidere sulle scelte e sui meccanismi della loro formazione. Il coinvolgimento dei cittadini non può essere limitato alla valutazione del grado di soddisfazione degli utenti, ma deve poter essere positivamente utilizzato affinché possano avere voce in capitolo anche sulle modalità di risposta ai bisogni». Informazioni qualitative A differenza di molte altre cooperative sia sociali che di servizi per le quali il bilancio sociale, almeno nelle prime edizioni, trova la sua ragion d?essere nella necessità di comunicare ai soci e ai dipendenti informazioni qualitative sull?attività svolta dall?impresa, a Gesco le motivazioni sono state di tutt?altra natura. «La cooperazione sociale», sottolinea D?Angelo, «si occupa di progettazione e gestione di servizi socio-sanitari prevalentemente con risorse pubbliche e quindi abbiamo ritenuto indispensabile dar conto di come queste vengono impiegate. Solo attraverso il bilancio sociale è possibile dar conto dei risultati sociali ottenuti e descrivere gli effetti che hanno prodotto sul territorio e sulla comunità». A Gesco si inizia a lavorare al bilancio sociale il giorno dopo l?approvazione dell?edizione precedente. La prima edizione risale al 2001 e si è subito caratterizzata per la partecipazione di tutti gli stakeholder alla definizione degli obiettivi e delle modalità organizzative del lavoro. «Noi consideriamo il bilancio sociale», riprende D?Angelo, «uno strumento di partecipazione che richiede il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati all?attività delle cooperative sociali. In genere, quando va ?di lusso?, sono interpellati solo per sapere se il servizio ha soddisfatto i bisogni degli utenti. Il nostro bilancio sociale, invece, inizia a essere costruito attraverso una serie di incontri con i diversi stakeholder: le cooperative sociali, lo staff del consorzio, le pubbliche amministrazioni, i lavoratori delle cooperative, i rappresentanti degli utenti, che sono chiamati a partecipare attivamente alla definizione degli obiettivi del bilancio sociale e alle scelte organizzative per la sua redazione». Coinvolgimento sempre più ampio Nel bilancio sociale del 2004 Gesco ha voluto accentuare questa sua peculiarità sperimentando un coinvolgimento ancora più ampio dei rappresentati dell?utenza e dei loro famigliari. è stato infatti costituito un tavolo di lavoro che ha selezionato il campione di servizi da analizzare con maggior attenzione, e ha individuato gli strumenti di analisi. «Quest?anno», precisa il presidente di Gesco, «stiamo provando a fare un lavoro che documenti un effettivo trasferimento di poteri dalla committenza pubblica al soggetto che progetta e gestisce i servizi in favore dei soggetti di rappresentanza dell?utenza. Per garantire la massima obiettività e trasparenza, le operazioni di rilevazione non sono state condotte solo dal nostro personale, ma affidate per intere parti ad associazioni di rappresentanza delle diverse categorie di stakeholder. Nell?edizione cui stiamo ancora lavorando sono state coinvolte Cittadinanzattiva, Auser, Afasop, Cgil funzione pubblica e l?Aima». «La varietà e la qualità delle informazioni raccolte», conclude D?Angelo, «fa del bilancio sociale non solo uno strumento di analisi ex post dell?attività svolta ma un documento programmatico».


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