Welfare

Rwanda: condannato all’ergastolo per stupro

Mika Muhimana condannato all'ergastolo per stupri commessi durante il genocidio del Rwanda nel 1994

di Joshua Massarenti

Ergastolo: questa la pena, la piu’ severa possibile, inflitta oggi, come informa un comunicato ricevuto a Nairobi, dal Tribunale Internazionale per i Crimini in Ruanda (che ha sede ad Arusha, Tanzania) nei confronti di un leader hutu che – stando alle testimonianze – si e’ reso colpevole di efferatezze senza pari nel corso del genocidio di 11 anni fa, quando in tre mesi funoro sterminati circa 800.000 persone di etnia tutsi, ma anche hutu moderati. Maki Muhimana, questo il nome del criminale, 50 anni, ex uomo d’affari poi leader politico estremista hutu nella prefettura di Kibuye, e’ stato condannato per genocidio, crimini contro l’ umanita’, e stupro. Impressionanti le testimonianze relative ai suoi orrori. Oltre che – ma questa e’ una storia che si e’ ripetuta piu’ volte – la partecipazione diretta al massacro di tutsi a cui era stato offerto rifugio in chiese o ospedali, divenuti poi trappole mortali, veri e propri orrori sadici. Come quello di una donna incinta il cui ventre fu aperto col machete, e ne fu estratto il feto, che pianse prima di morire. Poi, sempre in pubblico, la madre fu finita a colpi d’arma bianca, non prima di essere stata violentata con bastoni. E poi un uomo decapitato, per poi mostrarne la testa come trofeo. Una trentina di stupri accertati, talvolta con esibizione delle fanciulle violentate, nude, al pubblico ludibrio. Un vero e proprio girone infernale. Il processo di Muhimana, che fu arrestato a Dar es Salaam, principale citta’ della Tanzania, nel ’99, e’ durato relativamente poco: 33 sedute del tribunale. Che, creato nel ’95, era stato accusato di gravi lentezze: ma in questi ultimi tempi appare stare riguadagnando il tempo perduto. Finora, comunque, ci sono state 22 condanne e tre assoluzioni, mentre una ventina di persone sono ancora in attesa di giudizio.


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