Welfare

Politica: Andreotti, appello per i carcerati

Nel suo intervento in Senato per la discussione sulla fiducia al nuovo governo, Andreotti chiede un provvedimento di clemenza per i detenuti, e avverte non cambiate la Costituzione

di Redazione

”Stiamo rischiando la tubercolosi delle istituzioni”. Giulio Andreotti prende la parola nel dibattito sulla fiducia al governo Berlusconi e attacca la maggioranza sul tema della riforma della Costituzione. ”Non e’ questo – dice il senatore a vita – il modello votato quasi all’unanimita’ dall’assemblea costituente nel dicembre 1947. Vorrei pregarla, signor presidente del Consiglio – aggiunge rivolgendosi a Berlusconi – di riflettere attentamente: varare a maggioranza semplice una ristrutturazione della Costituzione rischia di spaccare il Paese”. Andreotti evoca i ”giorni caotici del ’52”, quelli della cosiddetta ”legge truffa”. Poi passa a parlare delle sue preoccupazioni di fronte alle parole del premier sul partito unico. ”Puo’ darsi che noi vecchi – dice – indugiamo troppo nei ricordi, ma spesso non si tratta di meditazioni inutili. Quando vedo la proposta di un ‘soggetto unico destinato a segnare la storia d’Italia per molti anni’ avverto una fortissima preoccupazione, che vale tanto se sara’ lei a guidare questa Italia diversa o se la ereditera’ Romano Prodi o qualsiasi altro. Dobbiamo invece difendere questa nostra repubblica parlamentare”. Infine Andreotti chiede di approvare presto un provvedimento di clemenza per i carcerati. ”Quando ce ne parlo’ Giovanni Paolo II alla Camera l’applauso fu lungo e unanime. Non possiamo continuare a disattendere quell’appello”. Andreotti si rivolge al ministro Castelli affinche’ sblocchi la Costituzione: ”Tra l’altro – osserva – il ministero della Giustizia da anni definisce intollerabile l’affollamento delle prigioni”.


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