Cultura
Caserta ha deciso di ribellarsi nel nome di don Giuseppe Diana
La Fondazione dedicata al prete ucciso tre anni fa nella sua sacrestia, inaugura un presidio anti usura.
di Redazione
Fiocco celeste sul portone della Curia vescovile di Caserta. La Fondazione don Giuseppe Diana ha dato alla luce l?Ambulatorio antiusura della provincia campana. È nato ufficialmente il 21 ottobre scorso di fronte al vescovo Raffaele Nogaro, il prefetto Luigi Rossi, il Prefetto di Caserta, Tano Grasso (fondatore e presidente dell?ambulatorio nazionale) e quasi tutti i direttori delle banche presenti nel Casertano. «L?ambulatorio antiusura è una struttura della Fondazione», sottolinea la coordinatrice Anna Maria Tescione. «Ci teniamo molto a sottolineare questo, anche se il progetto è nato dalla collaborazione con Tano Grasso, con il quale abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa per la messa punto di strategie di lavoro».
La Fondazione don Giuseppe Diana, voluta con molta forza dal vescovo di Caserta, è stata istituita a marzo e si è vista sommergere da richieste di aiuto. «Intitolare una Fondazione a don Peppe Diana, il sacerdote ucciso nella sua sacrestia tre anni fa, non è in questa zona una cosa molto popolare», dichiara Sergio Tanzarella, ex deputato del Pds. «Non era un santo, era solo un prete che faceva sul serio. Lo ha ucciso la camorra, anche se ancora oggi non sono stati trovati i colpevoli e fin da subito si è voluta accreditare l?ipotesi di un delitto passionale. Il vescovo di Caserta è uno dei pochi uomini di Chiesa ad avere avuto il coraggio di parlare di quel parroco come di un martire».
Il neonato ambulatorio, spiega Tanzarella, parte con un problema: «Avevamo lanciato un appello per raccogliere 200 milioni per accedere ai finanziamenti del fondo per le Fondazioni, della legge antiusura. Siamo arrivati solo a 57 milioni. Nessuna banca nazionale presente sul territorio ci ha aiutato, almeno fino ad ora. Così resteremo senza contributo dello Stato…». ?
Per l?Aism
Beneficenza sotto zero
?Freschi sapori del Mediterraneo?, un marchio da tenere sott?occhio. La Cotralpesca, società cooperativa di Mazara del Vallo (Tp), ha deciso di devolvere il 3 per cento del ricavato dei suoi prodotti surgelati a favore dell?Aism, l?Associazione italiana sclerosi multipla da 30 anni impegnata nella realizzazione di servizi e strutture sociali e sanitarie a difesa delle persone colpite dalla sclerosi multipla. I ?Freschi sapori del Mediterraneo? sono piatti pronti preparati secondo antiche ricette marinare della Sicilia, in vendita in alcune grandi catene di supermercati italiani e nel settore della ristorazione di qualità. Giovanni Tumbiolo, uno dei fondatori della cooperativa e ora general manager di Cotralpesca, confida nel successo dell?operazione.
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