Welfare

Vogliamo vivere

"Mi sentivo straniera in una città che conoscevo". Ma Beatrice Boco, che coordina gli aiuti ai terremotati di Nocera Umbra, non si dà per vinta

di Redazione

Sono Beatrice Boco, ho 36 anni e da sette lavoro alla Usl di Foligno (in cui è compresa Nocera Umbra) come assistente sociale. In passato ho svolto per anni il ruolo di educatrice di minori. Dal mio ufficio, una tenda, coordino gli aiuti inviati dai lettori di ?Vita? agli sfollati. È passato poco più di un mese da quel terribile 26 settembre. Ho qui il quaderno dove da quel giorno segno accuratamente tutte le prestazioni, i colloqui, gli incontri con la gente, le riunioni di lavoro con le associazioni di volontariato, con i servizi del?Azienda Usl del Comune. Lo sfoglio, e l?immagine è quella di una marea mista di cose: appunti, numeri di telefono, nomi, richieste, parole, emozioni, luoghi… lunga un mese. Fare ordine tra le cose non è facile, niente è uguale al lavoro che si svolgeva prima, diverso e più profondo è il coinvolgimento all?interno della relazione con l?altro, nella ricerca di uno spazio comune in cui condividere il dolore per la perdita della casa e allo stesso tempo accogliere lo smarrimento per una foto di famiglia non più trovata. Fare ordine tra le cose… ci provo, e allora comincio a suddividere i diversi momenti che hanno caratterizzato questo periodo. Forse è più semplice. L?impressione è stata quella di vivere in un?altra dimensione. Un incubo: c?era bisogno di tutto, non c?erano più le case, le scuole, i punti di riferimento. All?improvviso ho avuto la sensazione di sentirmi ?straniera? in una città che conoscevo. Forse è stato l?arrivo di tanta gente da tutta Italia, volontari che hanno lavorato giorno e notte per garantire un riparo alla popolazione, oltre che il soddisfacimento dei bisogni primari. Poi l?organizzazione, e il Com con cui racchiudere ogni mio intervento, e le richieste di corrente in una tenda, per il recapito di wc chimici, per la mensa, per l?isolamento della popolazione. Nella miriade di cose da fare a volte sopraggiungeva un senso di impotenza, non riuscivi più ad avere il controllo della situazione, il disastro era generale, le situazioni che seguivo con il servizio sociale ora erano dissolte in mezzo alle altre. Bisognava assolutamente avere un?idea di quello che era successo. Sono state preparate delle schede di rilevamento dati, materiale informativo e in collaborazione con le associazioni di volontariato è stata svolta una ricognizione di tutte le frazioni del comune di Nocera, evidenziando le situazioni più a rischio. Ripartire dai bisogni dei minori, dei giovani, degli anziani, per pensare al futuro. La solidarietà è la forza per non sentirsi soli. Ho conosciuto personalmente, ma soprattutto per telefono, molte persone che hanno cominciato a interessarsi di Nocera, e così abbiamo ricevuto 3 container offerti dall?azienda Porro, pieni di materiale didattico. E poi le offerte dei lettori di ?Vita?: un container per un minore distrofico, un modulo abitativo dalla provincia di Belluno, l?arredo per la nostra casa di riposo nella struttura donata dalla Croce Rossa. E poi tante altre offerte indirizzate verso la ricostruzione di una ?struttura sociale?, importante per ricominciare a tessere rapporti, avere fiducia, in una parola ricominciare a vivere. Noi ne abbiamo voglia, ed essere nei vostri cuori è un dovere importante e gratificante. ?


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