Famiglia

Visto, non si stampi

Protezione civile italiana : Container in arrivo già pochi giorni dopo le prime scosse. Finte consegne delle chiavi ai senzatetto.

di Redazione

Cosa fa un cane da guardia durante un terremoto? Si nasconde, oppure se la prende con la luna. Proprio così si è comportata la nostra stampa, prendendo per una volta alla lettera l’ottimistica definizione americana dell’informazione: the watch dog, tradotto: “il cane da guardia (della democrazia)”. E mentre il cane da guardia s’infrattava, uno strano animale, il Gabibbo, provava ad abbaiare nella giusta direzione. Miracoli della scala evolutiva,direbbe Darwin. Primo premio a Repubblica . Il 31 ottobre l?ex direttore dell?Espresso Giovanni Valentini ci informa, bontà sua, che «il terremoto è una calamità naturale, una disgrazia». Nessuno dunque rinfacci al governo di sinistra i ritardi negli aiuti: Valentini ammette che, forse, non è stato fatto tutto il possibile. Ma poi aggiunge: «Guardiamoci bene dalla tentazione di ripetere il vecchio ritornello ?piove governo ladro?». Sempre su Repubblica, il primo novembre, il sottosegretario Barberi ammette per la prima volta la Caporetto della Protezione nella vicenda container, mentre gli sfollati rischiano l’assideramento. E il titolista intesta: «Noi meglio dei giapponesi». Peccato che il vescovo di Assisi, Sergio Goretti, inviti le autorità ?ad aprire gli occhi?: «Vengono preparati ghetti pericolosi con il rischio di trovarci a vivere tutta una serie di problemi». Divampa la polemica sui container promessi e mai arrivati? Il Messaggero (2 novembre) fa lo scoop: «Foligno, arrivano i container per i single. Una sola camera di 24 metri quadrati». Eppure un mese prima, giovedì 2 ottobre, l’Unità abbaiava alla luna: l’inviato, Andrea Gaiardoni, dava questa mesta notizia: «I primi container, quattro per l’esattezza, dovrebbero arrivare tra un paio di giorni». Il titolo assai meno mestamente strombazzava il trionfo della macchina organizzativa statale: «Arrivano i container». E poi un box precisava: «Si tratta di vere e proprie casette con tanto di bagno, doccia, cucina, camere da letto e riscaldamento elettrico». Veniva quasi voglia di farsene uno, di container, per i fine settimana. Invece le casette da Barbie, leggiadrette e supercomode, che la Protezione teneva nascoste in polverosi magazzini, nelle settimane successive sono state date per disperse. Come mai? Vallo a capire. I giornali si fanno ipnotizzare dal ping pong di accuse tra Protezione civile e Comuni. Nessuno però, tranne Striscia la notizia, prova a informarsi. Meno male che c?è il mitico Gabibbo, che il 6 ottobre scova i container, abbandonati e arrugginiti, in un misero scalo ferroviario dalle parti di Pizzighettone. Lo scoop è clamoroso, eppure merita solo miseri trafiletti sui giornali del 7 ottobre. Onore dunque al Gabibbo cronista d?assalto. Che comincia a dare fastidio. Corriere della Sera del 24 ottobre: «A Cremona indagato il Gabibbo, denunciò lo scandalo dei container». Si ispira a De Amicis il Tg 3 di lunedì 3 novembre. Le prime tre famiglie entrano in un container a Colfiorito, zona tra le più colpite dal sisma. La telecamera sottolinea gli occhi dei terremotati, lucidi sì, ma grati al governo, che ha pensato proprio a loro. Tutto risolto, dunque? Neanche per idea: quella inscenata a esclusivo beneficio delle telecamere era solo una finta. Al punto che, finita la festa, alle ??fortunate famiglie? sono state chieste indietro le chiavi, con la scusa che mancavano i contratti Enel. Una vera presa in giro, smascherata ancora una volta – indovinate? – da Striscia la notizia. Peccato che i principali giornali del 4 novembre ignorino la beffa, con le sole eccezioni del Giornale e (con minor rilevanza) del Corriere. Anche Panorama e L’Espresso si distinguono per la loro dimentiocanza, in un mese di copertine e di servizi. Comunque sia, a futura memoria, prendete atto: il 31 ottobre Barberi ha promesso un tetto per tutti entro Natale. Cari lettori, ritagliate questo articolo, chiudetelo in una busta con la scritta ?Da aprire il 25 dicembre? e poi mettetela sotto l?albero. Non sarà proprio una sorpresa natalizia, ma probabilmente servirà a farvi fare quattro risate. Sempre che non vi venga voglia di piangere. ?


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