Welfare

Sicilia, minori: comunità al posto del carcere

La sperimentazione partirà dalla Sicilia. Firmato a Palermo il protocollo d'intesa fra Magistratura Minorile e assessorato regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali

di Redazione

In Sicilia i minorenni sottoposti a provvedimenti penali dall?autorità giudiziaria potranno eseguire le misure disposte dalla Magistratura Minorile nelle comunità alloggio per giovani d?età compresa tra 14 e 18 anni, con una compartecipazione interistituzionale anche agli oneri finanziari. È quanto prevede l?accordo di programma firmato questa mattina a Palermo dal direttore del Centro per la giustizia minorile della Sicilia, Michele Di Martino, e dall?assessore regionale siciliano alla Famiglia e alle Politiche sociali, Raffaele Stancanelli. Si tratta del primo accordo di questo tipo che viene stipulato in Italia. In base all?intesa, le comunità alloggio individuate dovranno riservare fino a un massimo di due posti ai minori sottoposti a procedimenti penali, in applicazione di misure cautelari sostitutive, alternative e di sicurezza. A carico della Regione, le spese della quota fissa mensile, che verranno trasferite per il tramite dei comuni agli enti gestori delle comunità. Proprio oggi, l?assessore ha annunciato che proprio questa mattina ha firmato il decreto con cui vengono stanziati 12 milioni di euro per le comunità alloggio. Una parte di queste risorse potrà coprire la quota di spese a carico della Regione per l?accoglienza dei minori sottoposti a misure giudiziarie. Dal canto suo, il Cgm si impegna a corrispondere agli enti la retta giornaliera di mantenimento per ogni giorno di effettiva presenza nella comunità. Le comunità alloggio sono in tutto 18 e potranno accogliere 35 ragazzi inviati dai tribunali dei minorenni. L?assessorato e il servizio tecnico del Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia avvieranno un monitoraggio congiunto sull?applicazione dell?accordo e per la verifica dei risultati. “Si tratta – dice l?assessore Stancanelli – di una forma di collaborazione e di integrazione tra diverse istituzioni il cui scopo è quello di migliorare i servizi resi ai soggetti svantaggiati per favorirne il recupero sociale. L?applicazione di forme di pena alternativa può favorire il reinserimento nella società di ragazzi per i quali non è necessaria la detenzione. La Regione guarda con favore e anzi auspica ulteriori forme di collaborazione di questo genere che rappresentano al meglio lo spirito della riforma dei servizi sociali che, in questi mesi, in Sicilia, sta ormai entrando a regime”. “È un risultato unico – conferma il Direttore del Centro per la Giustizia Minorile, dr. Michele Di Martino – raggiunto in Italia per la prima volta e che vede la Giustizia Minorile e la Regione, congiunti al recupero dei giovani dell?area penale per il loro rientro nella società civile attraverso il collocamento in comunità, così come previsto dalla legge nei casi che ricorrono, con un patto che raccoglie l?etica delle varie normative nazionali, regionali rivolte ai giovani ed in ossequio alla modifica del Titolo V della Costituzione Italiana”.


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