Famiglia

Balcani, bambini condannati per mancanza di visto

Appello dei medici rivolto alle amministrazioni regioni

di Redazione

«Nei Balcani ci sono bambini malati di tumore, leucemia e cardiopatie che potrebbero guarire, spesso pero’ le Ambasciate non concedono il visto e questi bambini muoiono». Ha dichiarato il prof. Renato Mastrangelo, primario di oncologia pediatrica al Gemelli di Roma, nel corso di un Forum promosso da “105 live”, il canale di Radio Vaticana. «Si tratta di un problema burocratico, perche’ e’ difficilissimo per questi bambini ottenere il visto dall’Ambasciata di Tirana senza garanzie economiche» ha aggiunto Benilde Mauri, presidente dell’associazione che aiuta ed accoglie a Roma i genitori dei bambini leucemici. «Nonostante la disponibilita’ per la cura da parte del Gemelli e l’ospitalita’ ai parenti garantita dall’Associazione si fa una fatica enorme in mancanza di garanzie piu’ generali a copertura delle spese, ed il Gemelli, come struttura ospedaliera, non puo’ andare oltre l’impegno sanitario». Le Regioni possono allocare nel loro piano sanitario risorse destinate a curare pazienti incurabili nei loro Paesi, ha fatto presente Andrea Catalano, medico italiano che assiste le truppe di Protezione del Kosovo a Pristina. «L’appello e’ rivolto agli amministratori regionali, che dovrebbero impegnarsi a destinare parte delle risorse in bilancio per curare questi malati tramite accordi con gli ospedali». La proposta di Roberto Isabella, colonnello medico della Nato di stanza a Tirana, e’ di chiedere alla Conferenza Stato-Regioni «un documento che sancisca regione per regione posti letto liberi in singoli ospedali, con le spese coperte dalle Regioni. Documento grazie al quale le Ambasciate possano rilasciare il visto».


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