Mondo

Birmania: armi chimiche contro i ribelli

L'esercito birmano sotto accusa da un'Ong britannica

di Joshua Massarenti

L’associazione britannica per i diritti umani Christian solidarity worldwide (Csw) ha accusato l’esercito birmano di aver utilizzato armi chimiche in un attacco a ribelli Karen, avvenuto al confine nord-occidentale con la Thailandia nel febbraio scorso. Una bozza di rapporto del presidente di CSW international Martin Panter, si legge nel sito internet dell’organizzazione, fornisce le prove di uso di armi chimiche. Un denso fumo giallo insieme ad un forte odore irritante sarebbero stati sprigionati dall’esplosione di un’ordigno, durante il bombardamento di un campo Karen da parte dell’esercito del Myanmar il 15 Febbraio scorso, secondo quanto ha riferito Panter nel rapporto. Panter, il 14 Aprile scorso, aveva parlato con cinque dei soldati che manifestavano sintomi a seguito dell’attacco come irritazioni alla pelle e ai polmoni ed una forte debolezza muscolare. ”Le prove di un uso di armi chimiche contro i miliziani Karen appaiono molto forti. Le prove raccolte da Panter di irritazione alla pelle, ai polmoni, agli occhi e alla gola indicano l’uso di armi chimiche contro di loro. Il regime birmano porta avanti ormai da molti anni una campagna di pulizia etnica contro la popolazione Karen e quello che appare l’utilizzo di armi chimiche e’ coerente con quanto si sa della brutalita’ del regime. La Christian solidarity worldwide (Csw), richiama la comunita’ internazionale ad incrementare le misure di pressione sul regime birmano per un maggiore rispetto dei diritti umani”, ha dichiarato Mervyn Thomas, leader di Csw, che ha ricordato inoltre l’intenzione di proporre all’Asean. L’Ambasciata del Myanmar a Londra, si legge sulla Cnn online, non ha commentato il rapporto.


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